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50 anni dalla missione Apollo 8, terrapiattisti a parte

Cadono in questi giorni i 50 anni della riuscita della missione Apollo 8, la seconda compiuta dall’equipaggio del Programma Apollo, ma soprattutto la prima a raggiungere la Luna, orbitare intorno ad essa e tornare in sicurezza sulla Terra.

Una missione dibattuta, che ancora oggi per qualcuno è stato un fake, sull’onda della moda terrapiattista. Il mondo rifiuta l’idea che ci possa essere un lato oscuro della Luna: troppo irrazionale pensare che non sia un cerchio bidimensionale, come raccontava Edwin Abbott nella sua Flatlandia.

Frank Borman, William Alison Anders e Jim Lovell sarebbero stati dunque su un set cinematografico, esattamente come il più famoso Armstrong – che ebbe un ruolo fondamentale anche in questa missione, assieme a Fred Haise ed Edwin Aldrin, in prima linea come radiofonisti di contatto con la capsula (CapCom).

Il lancio avvenne il 21 dicembre alle ore 12:51 dal J.F. Kennedy Space Center: dopo soli 8 minuti dal lancio, l’Apollo 8 aveva raggiunto l’orbita intorno alla Terra, una prima volta, poi una seconda. Dopo si diresse verso il satellite notturno: la mattina del 24 dicembre la navicella spaziale raggiunse l’orbita della Luna e vi girò attorno per dieci volte, mentre venivano scattate suggestive foto, rimaste nella storia, e gli astronauti leggevano in diretta televisiva il racconto della creazione del mondo, dal libro della Genesi. Dopo le 20 ore nell’orbita lunare, la capsula rientrò nella traiettoria verso la Terra, e atterrò in mare all’alba del 27 dicembre 1968.

La missione Apollo 8 è stata un tassello fondamentale per la storia dell’uomo, ampiamente documentato e ricordato con emozione da coloro che lo hanno vissuto, anche solo attraverso la televisione. Soprattutto, rimane nella mente degli spettatori la magica fotografia del pianeta Terra dal punto di vista della Luna. 

Eppure il complotto è dietro l’angolo, e la tecnologia è così tanto avanzata da permettere agli ignorantes di pensare che possa essere anche questo un simpatico fotomontaggio del mondo cinematografico, realizzato con lo scopo di convincere l’umanità che oltre le colonne d’Ercole non ci sia il vuoto bensì i temibili Giganti. Ci sarebbero dunque dei folli che passano le proprie giornate a studiare qualcosa che in realtà non esiste, e che si allenano per decenni per poi recitare come stuntmen in mondovisione.

Forse quest’anno i bambini avrebbero dovuto, anziché chiedere a Babbo Natale giocattoli e caramelle, richiudersi nei bunker che proteggono dalle scie chimiche.