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A Bardonecchia ha sbagliato il Prefetto di Torino

I gendarmi francesi, intervenendo a Bardonecchia, hanno indubbiamente sbagliato. Più sul piano formale che sostanziale. Ma ha sbagliato ancora di più il prefetto di Torino che è andato nel paese valsusino a solidarizzare con una situazione di assoluta illegalità. Tanto per chiarire quanto interessino le regole al governo scadente ed ai suoi rappresentanti sul territorio.
Perché a Bardonecchia non si rispettano le regole quando si obbligano i viaggiatori ad aspettare i treni al freddo perché la stazione ormai è riservata ai clandestini. Non si rispettano le regole quando i clandestini non vengono rimandati nel loro Paese di origine ma vengono aiutati e sostenuti in attesa di tentare un ingresso irregolare in Francia passando per le montagne. Il prefetto, evidentemente, finge di ignorare tutto questo, oppure bellamente se ne frega. Così come evita di intervenire a Clavière, territorio italiano, dove le grandi risorse hanno occupato abusivamente un edificio in attesa di entrare clandestinamente in Francia sempre attraverso le montagne. Ci si può stupire, allora, se i gendarmi transalpini si innervosiscono e superano il limite del buon senso nei rapporti con un’Italia simbolo del mancato rispetto delle leggi? Certo, dal punto di vista italiano l’importante è che i clandestini se ne vadano. E non importa se diretti al loro Paese o verso la Francia. Ma è normale che gli altri provino a reagire di fronte a questi comportamenti italiani benedetti persino dal prefetto.  Un atteggiamento che assomiglia tanto ad una nuova vendetta del governo scadente contro gli italiani che lo hanno bocciato alle urne.
Si cerca di creare il maggior numero di problemi internazionali per mettere in difficoltà chiunque vada a governare. E la vicenda dei migranti espulsi da Israele è emblematica. Tel Aviv non vuole più alcune decine di migliaia di africani arrivati nel corso degli anni in Israele. Dunque li caccia. E decide di scaricarli in altri Paesi, Italia compresa. Un accordo preso di nascosto dagli italiani ma, nonostante le smentite, è evidente che Tel Aviv e Roma ne hanno parlato. Difficile credere che il governo israeliano citi Paesi a caso solo per fare degli esempi. Per ora l’ennesima porcata del duo Gentiloni-Alfano è stata stoppata. Ma presto comincerà l’immancabile campagna mediatica per far sì che l’Italia aiuti Israele e gli africani espulsi