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Attualità

Il Cinemobile a Trento: un sussulto del cuore, un tuffo nel passato

Se ne sta lì a fare presenza in bella vista in Piazza Duomo: il/la Cinemobile da ieri sera è parcheggiato con il suo schermo posizionato per la proiezione dei film, proprio lateralmente al Duomo. Incredibile e non è un dejavù: la Fondazione Cineteca Italiana di Milano è stata invitata a partecipare al Trento Film Festival 2017, arrivando con il suo mitico FIAT 618 – il Cinemobile con il Sonoro datato 1936 – che è stato usato fino nella Repubblica di Salò e poi ancora, visto che è andato in pensione nel 1964 circa.
Il furgoncino, tutto blu, con scritta Istituto Luce – Presidenza del Consiglio dei Ministri che capeggia lateralmente e frontalmente è dotato di saletta di proiezione nel furgonato (l’originale, messa in parte con la digitale moderna al centro dello spazio di proiezione) e sul tetto ha gli alto parlanti, che emettono il sonoro. La proiezione avviene da proiettore anteriore su telo, il telo è visibile dalla piazza e funge da schermo.
Le proiezioni di film dal Cinemobile dureranno fino a questa sera 30.04 poi il furgone ripartirà per tornare a casa, a Milano. Il cinema ambulante è la storia del cinema d’Italia, negli anni ’30 vedere film dal furgoncino era una assoluta garanzia di modernità e di avanguardia. All’epoca il film e la pellicola erano considerati una parte effettiva della cultura “reale” di una nazione, tanto che le opere erano inserite tra i materiali di competenza della Pubblica Informazione, non solo la EIAR.
Il furgone FIAT è stato elaborato per diventare cinema viaggiante dalla casa torinese di automobili e meccaniche Viberti, utilizzato a partire dall’epoca fascista ha poi girato l’Italia durante il Ventennio, la sua funzione era molto importante per tutti i luoghi in cui arrivava solo la radio e non c’erano le salette di cinema, che si sono diffuse capillarmente in tutte le cittadine italiane solo a partire dalla metà degli anni ’50.
Il furgoncino in questione ha girato l’Italia portando pellicole che erano controllate dal Consiglio dei Ministri, in un’epoca in cui la Libertà di Stampa era un tutt’uno in generale con la politica e con la Nazione: nulla poteva essere pubblicato, reso noto, stampato, registrato, trasmesso, se non con il controllo dello Stato. Tanto che non possiamo parlare di TV e Radio e Cinema e Letteratura di intrattenimento ma, molto più veritieramente di “formazione” alla cittadinanza, nella ipotesi meno simpatica di “indottrinamento” e durante il Secondo Conflitto Mondiale, anche se probabilmente solo per motivi di Guerra, potremmo parlare di “propaganda” vera e propria.
Il furgoncino non ha colpa: stratagemma inventato per portare il diletto e il cinema, che erano una novità certamente gradita tra gli anni ’30 e ’50 (viene poi rincorso dalla TV) in poco tempo, diviene uno dei tanti strumenti della guerra, ma, nonostante ciò, eccolo nel suo splendore bellissimo eppure attuale nel 2017, a Trento, per parlare – questa volta – di Cinema. “Con un qualche chilometro di esperienza in più sulle gomme! Rispetto a noi, spettatori del contemporaneo, of course!” 
A cura di Martina Cecco

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI.