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In Europa nessuno prende ordini, ma tutti obbediscono

“Non prendiamo ordini”. In 24 ore la frase è stata pronunciata da tutti contro tutti. E ciascuno si è indignato quando a pronunciarla è stato un altro. Ha iniziato la Merkel, spiegando a Trump che non solo la Germania, ma l’Europa intera, non prende ordini da Washington ed è padrona del proprio destino. E lo ha ribadito persino l’uscente Hollande. Tutto bello e giusto, soprattutto se Germania e Francia avessero dimostrato, in precedenza, un po’ di coerenza rispetto alle attuali dichiarazioni. Nella vicenda libica, ad esempio. O in quella dei migranti. O, entrambi, per quanto riguarda le sanzioni volute da Obama contro la Russia, in attesa che Trump imponga anche nuove sanzioni contro l’Iran.
Ma anche l’Italia ha voluto mostrare i muscoli. Renziloni ha avvertito che non prende ordini da Bruxelles in merito ad una nuova manovra per rimediare alle mance elargite dal bugiardissimo senza adeguata copertura. E poi lo stesso governo italiano ha chiarito che non prende ordini dalla Germania in merito allo scandalo delle presunte irregolarità delle emissioni di auto del gruppo (non più italiano) Fca. Una giornata all’asilo Mariuccia. Perché la dignità dei popoli e pure dell’Europa andrebbe tutelata nei fatti, non con delle false dichiarazioni. Il fatto di non prendere ordini da Trump, infatti, non significa che lorsignori non abbiano sempre preso ordini da banchieri, speculatori, finanzieri d’assalto.
La Francia ha scatenato la guerra contro la Libia per obbedire ai propri petrolieri. La Merkel ha spalancato le porte ai migranti per far felici gli immobiliaristi e gli industriali che volevano nuovi schiavi per ridurre i diritti dei lavoratori tedeschi. E il governo italiano che nulla ha fatto per impedire a Fiat di trasferire la sede legale all’estero e per imporre al gruppo maggiori investimenti in Italia, si trova ora a difendere lo stesso gruppo che ha già annunciato di essere pronto a chiudere gli impianti a seconda delle richieste di Trump. Di fronte ad una politica di portatori di piatti e di lustrascarpe ha buon gioco Trump a prospettare la fine dell’Unione europea e l’imposizione di accordi bilaterali tra gli Usa ed i diversi Paesi europei. Accordi capestro, ovviamente. E lo hanno capito bene i cinesi che vorrebbero approfittare della situazione per offrire la loro protezione all’Europa. Perché a Pechino sanno bene di aver bisogno di un’Europa forte e non di singoli Paesi deboli. Un’Europa forte con cui giocare di sponda per evitare la tenaglia di Mosca e Washington alleate per una nuova spartizione del mondo. Ma è difficile da far capire a chi pensa che la tutela della sovranità italiana passi attraverso la difesa d’ufficio di un’azienda automobilistica anglo-olandese.
Augusto Grandi