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Intervista a Parisi: "L'autonomia del Trentino è un modello da esportare"

Stefano Parisi è l’uomo adatto per guidare un centrodestra che deve affrontare le spinte centriste di Matteo Renzi e i capricci del M5S. Nessuna adulazione nei confronti del personaggio, che non necessita certamente di lodi, bastano fatti che parlano chiaro. A Milano ha spaventato il centrosinistra capitanato da Giuseppe Sala, figura chiave per l’EXPO che si è svolto l’anno scorso nella capitale del Nord. Il diretto interessato astutamente nega di avere ambizioni di leadership a livello nazionale anche perché sa bene che il suo possibile elettorato non aspira a vedere l’ascesa dell’ennesimo possibile successore di Berlusconi al momento. Il suo viaggio in Trentino è una sfida diretta nei confronti del centrosinistra, ma lo fa – come è tipico nel suo personaggio – con una estrema delicatezza nei modi. Energia e modi garbati: questi due elementi fanno capire come sia stato possibile per lui sfidare apertamente – mettendolo in crisi – un avversario dato per vincente già al primo turno a Milano.
Lei è a Mezzocorona per parlare di Macroregioni alpine e di Europa, quale è il significato di questo incontro?
E’ un incontro importante perché l’Europa richiede un profondo cambiamento che tenga molto conto dell’autonomie regionali e locali. l’Europa si può sviluppare solamente partendo dal locale e quindi è necessario un ripensamento in tale senso. Dalle discussioni territoriali, poi, possono uscire ricette e soluzioni nuovi.
Quale è il cambiamento che – secondo lei – il centrodestra sta cercando?
Stiamo cercando di portare un po di contenuti programmatici e di ripensare le nostre idee fondamentali anche pensando alle sfide del futuro. Sono necessarie riforme nuove e il centrodestra deve pensare a questo. Il mio contributo non è di idee ma di persone.
E che ruolo ricoprirà la Lega Nord di Salvini?
Sarà un centrodestra liberale e popolare, capace di vincere. Per questo è necessario ricreare un centrodestra che esprima sia idee radicali ma anche idee moderate come nel passato ma senza guardare indietro.
In merito alle riforme costituzionali quale è la sua opinione?
Il referendum costitizuionale sarà molto importante perché noi moderati vogliamo riforme, ma fatte bene. Le riforme approvate da Renzi sono state fatte superficialmente. noi siamo per il “No” al referendum perché deve essere fatta una riforma che eviti quelle stesse incertezze che per 15 anni hanno riguardato, e continuano a interessare, il Titolo V della Costituzione. Il nostro “No” è un “No” riformatore perché vogliamo una riforma che sia anche voluta dalla popolazione.
E’ anche un “no” a tutela delle autonomie?
Assolutamente si, questa riforma costituzionale cancella le autonomie regionali. E’ sbagliato che uno Stato abbia la possibilità di avocare a se competenze regionali. Il nostro Paese è uno Stato federale in cui le regioni concorrono tra di loro per crescere e per generare oppurtunità di lavoro per tutti. Si rischia un ritorno al centralismo romano, con una gestione da parte della burocrazia romana, famosa per la sua inefficienza.
Chi è per il “si”dice che vuole un cambiamento…
Respingiamo chi dice che chi è per il “Si” voglia cambiare l’Italia, mentre chi è per il “No” è contrario al cambiamento. Questa riforma è confusa ed è piuttosto necessaria una valutazione seria che sia riformista.
Quale sarà il futuro di Forza Italia in Alto Adige?
sicuramente il futuro è rappresentato dal voler tornare a crescere, basandosi su una opinione pubblica che è liberale e moderata. In questa regione ci sono questi fattori anche se è un duro lavoro che i politici locali dovranno fare anche coon l’aiuto di altre persone.
Oggi inizia un percorso di lavoro che interessa comunque tutta l’italia. Il Trentino alto adige può essere un laboratorio politico per il centrodestra perché c’è un elettorato fortemente popolare.
E dell’autonomia Trentina che ne pensa?
Io credo in una maggiore autonomia e nel federalismo. Questo è l’esatto contrario di quello che è il trend. Io ritengo che l’autonomia del trentino sia un modello da esportare, ma con attenzione  alle caratteristiche delle altre regioni. La mia ricetta “è più autonomia e più responsabilità”. In alcune regioni il federalismo ha sbagliato perché ci siamo trovati di fronte a una riforma incompiuta che non da responsabilità agli enti locali. Il governo centrale invece di avocare a se funzioni dovrebbe responsabilizzare le autonomie. Cosa che invece non viene prevista con questa riforma costituzionale.