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La Siria ai mondiali 2018: un piccolo miracolo in costruzione

È una notizia delle ultime ore la rottura dell’assedio dell’ISIS a Deir el-Zor da parte dell’esercito regolare di Damasco. Una battaglia che strategicamente potrebbe segnare la fine della guerra civile che ha martoriato lo stato siriano, una vittoria di eccezionale peso per Assad Putin.
Ecco perché quanto avvenuto oggi pomeriggio a Teheran è poco meno di un miracolo. Qualificazioni ai mondiali del prossimo anno (che casualmente si svolgeranno in Russia), si sfidano l’Iran già matematicamente al mondiale e la Siria. La squadra siriana non perde dal 28 marzo, gli iraniani non hanno più nulla da chiedere.
Al 13° minuto, i siriani passano in vantaggio con un gol di Tamer Haj prima di essere raggiunti sull’1-1 a fine primo tempo. Ad inizio ripresa, Azmoun segna il 2-1 che condanna momentaneamente all’eliminazione la Siria. Come in un film, i siriani del CT Hakeem non si arrendono: provano in ogni modo ad arrivare al pareggio, ma la porta sembra stregata. Al 93°, proprio sul finire della gara, Omar Al Soma mette a segno il gol del 2-2.
Un gol pesantissimo, perché la Siria si ferma a 13 punti, lasciando fuori il più quotato Uzbekistan fermato sullo 0-0 dalla Corea del Sud. Impazzisce di gioia la squadra di Damasco, che da 6 anni non può disputare alcun match in casa propria. La tragica situazione in Siria non permette infatti di disputare una tranquilla partita di calcio, tanto che la federazione siriana disputa gli incontri casalinghi in Malesia, a più di settemila chilometri da casa.
Con questo pareggio, la Siria si è aggiudicata la possibilità di sfidare l’Australia per andare allo spareggio intercontinentale che garantisce uno degli ultimi due pass per il mondiale in Russia. L’Australia è certamente più quotata degli uomini di Hakeem, ma ciò che più fa scalpore è il passaggio successivo.
Qualora i siriani dovessero battere i Kangaroos, lo spareggio intercontinentale si svolgerebbe contro la quarta classificata del girone nordamericano, posizione attualmente occupata dagli Stati Uniti d’America, distanti due punti dall’ultima nazionale qualificata direttamente, quella panamense.
Quella tra Siria e USA sarebbe una partita da misure di sicurezza elevatissime, una gara storica, un match dall’esito resto incerto dalle motivazioni. Il tutto per andare a giocarsi il mondiale in Russia. Se esiste un Dio del calcio, è evidente che ha un senso dell’umorismo pari all’interesse per la geopolitica.
Riccardo Ficara