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L’Ungheria investe nel welfare per favorire le nascite

Negli ultimi giorni il Primo Ministro ungherese Orban ha annunciata un piano di aiuti alle donne per favorire la nascita di nuovi figli per fare in modo che il TFT, tasso di fecondità totale, passi dall’attuale 1,5 figli per donna al 2,1, cioè il tasso di ricambio, entro il 2030.
L’Ungheria come altri stati ex blocco sovietico ha sofferto un forte calo della fecondità negli anni successivi al crollo del muro causato dal peggioramento delle condizioni economiche e dalla volontà delle coppie di avere una maggiore libertà in quell’ambito. Con il tasso di fecondità attuale ungherese secondo le stime ONU entro il 2050 la popolazione verrà ridotta del 15% se non verranno presi provvedimenti e considerando la forte opposizione del Governo al l’immigrazione che favorisce l’aumento del TFT.
Gli aiuti economici consistono in forti tagli dei debiti studenteschi alle donne, ridurre i mutui alle famiglie con più di tre figli ed investire in asili nido. Queste misure di welfare già adottate in Francia e Paesi Scandinavi ha permesso di avere buoni tassi dì fecondità pari o prossimi al valore desiderato di 2,1. In particolare sono importanti gli asili nido poiché è dimostrato che dove le donne lavorano il TFT è maggiore ma devono poter avere i mezzi necessari per poter lavorare e crescere i figli.
Il problema dell’invecchiamento della popolazione investe tutto il vecchio continente in particolare il nostro paese assieme a tutto il Sud Europa. È necessario valutare misure a favore delle fecondità anche a casa nostra, seppure viste con ostilità in quanto ricordano misure adottate dal Fascismo, ma si è visto che l’immigrazione non è sufficiente ad aumentare sia la popolazione sempre più anziana e il tasso di fecondità.
Stefano Peverati