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Marò. Udienza conclusiva a l'Aja. Italia attacca: "Per l'India colpevoli ancor prima che venissero formulate le accuse"

Si è svolta stamane al Tribunale Arbitrale Internazionale dell’Aja, l’udienza conclusiva del caso dei marò italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati di omicidio per aver, stando alle accuse, sparato dalla petroliera Enrica Lexie uccidendo due pescatori scambiandoli per pirati.

I due marò sono stati accusati infatti di omicidio dalla magistratura indiana che ritiene di avere piena giurisdizione a giudicare della questione secondo le leggi indiane e internazionali. Innocenti, in quanto avrebbero solamente eseguito il protocollo internazionale durante un’azione anti pirateria, è la tesi sostenuta dal Governo italiano, che dal 2012 si è battuta per l’immunità e che ora rivendica per l’Italia la giurisdizione esclusiva del caso.

Dopo più di sette anni di continue battaglie legali tra India e Italia si è arrivati all’udienza conclusiva, che durerà due settimane con la sentenza che verrà emessa entro i prossimi sei mesi.

L’Ambasciatore italiano Francesco Azzarello, davanti al Tribunale Arbitrale Internazionale dell’Aja si è lasciato andare a dichiarazioni molto forti: “agli occhi dell’India non c’è presunzione di innocenza: i Marò erano colpevoli di omicidio ancora prima che le accuse fossero formulate”. Azarello ha poi evidenziato come ci siano stati numerosi e ingiustificabili rinvii del processo, con l’India colpevole di essersi inventata procedure speciali, alcune in pieno contrasto con la stessa Costituzione Indiana.

Continua ad essere di avviso opposto la tesi proposta dall’India e dal suo rappresentante G. Balasubramanian. Secondo loro infatti, le uniche vittime di questa vicenda sarebbero l’India stessa e i due pescatori uccisi, ribadendo come non si possa affidare all’Italia la giurisdizione esclusiva.