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"Musulmana, tornatene nel tuo paese": giovane musulmana denuncia discriminazione

“Ai controlli mi viene chiesto di togliermi la giacca: ma sotto ero smanicata e ho chiesto all’addetta alla sicurezza, una donna, di poterla togliere in una stanza appartata”: è con queste parole che Nadia Bouzekri sostiene di essere stata discriminata da un agente in servizio all’aeroporto di Orio al Serio.
La denuncia, però, compiuta dalla giovane musulmana su Facebook non termina qui:“A quel punto l’addetta mi ha apostrofata: “Musulmana, tornatene nel tuo paese”. Io non avevo fatto niente, anzi avevo detto che mi sarei potuta togliere anche il velo se lo avessero ritenuto, ma non lì davanti a tutti. Lei ha continuato ad offendermi, a dirmi così impari a vestirti in questo modo. “Torna nel tuo paese, islamica”, continuava a dirmi. Ma il mio paese è Milano, anzi Sesto San Giovanni, per la precisione!”

Uno scatto d’ira che, però, è stato fermato dagli stessi addetti alla sicurezza che hanno solidarizzato con la giovane musulmana Nadia Bouzekri, ma lei non ha intenzione di lasciar perdere e ha affermato che: “voglio fare una denuncia perché non è possibile trattare così una persone, tanto più se sei in divisa”.
La ragazza musulmana ha ricevuto in poche ore messaggi di ragazze che hanno subito lo stesso trattamento e ha intenzione di andare fino in fondo alla faccenda perché non accada mai più. D’altronde situazioni simili sono già accadute nel nostro Paese, che in questi anni ha registrato un’impennata sul fronte delle problematiche inerenti l’integrazione di persone straniere sul territorio nazionale: uno studio dell’Unione Europea, condotto tra 10.000 musulmani dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali, avrebbe fatto emergere che l’Italia è tra i paesi che più discriminerebbe i musulmani.
“Dei 15 Stati membri dell’UE oggetto dell’indagine, solo i musulmani in Grecia sperimentano una maggiore discriminazione rispetto a quelli in Italia e Olanda”, secondo quanto si legge nello studio dell’European Union Agency for Fundamental Rights 
Nei rischi insiti agli atteggiamenti discriminatori c’è inoltre il calo di fiducia da parte dei musulmani nella società in cui vivono e sono inseriti: “Attualmente questa fiducia è ancora alta, in questo senso lo studio è positivo”, ha dichiarato Roscam Abbing all’emittente NOS. “Ma se le persone sono sistematicamente vittime di discriminazione, la fiducia comincia a scemare. Non v’è alcun legame diretto tra discriminazione ed estremismo, ma la sensazione di essere esclusi rende più esposti ad idee alternative come l’estremismo“.
E proprio fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dellestremismo violento, oggi come oggi, rischiano di intensificare determinati pregiudizi da parte dell’opinione pubblica. Ma in un periodo storico come quello attuale la sicurezza rappresenta un elemento imprescindibile, specie in determinate situazioni: pur nel massimo rispetto delle ideologie di chiunque. 
di Giuseppe Papalia

Riguardo l'autore

giuseppepapalia

Classe 1993. Giornalista pubblicista, consulente di comunicazione per i deputati al Parlamento europeo, corrispondente da Bruxelles. Una laurea in scienze della comunicazione e una magistrale in giornalismo con indirizzo “relazioni pubbliche” all'Università degli studi di Verona. Ha collaborato con alcuni giornali locali, riviste di settore e per alcune emittenti televisive dalle istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo. Con TotalEU Production dal 2019, ho collaborato in qualità di social media manager e consulente di comunicazione politica.