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Supermercati: sale intolleranza a mamme con bambini

Fare la spesa al supermercato è una banalità, fino a che non ci sono bambini piccoli da portare con sé. Fare la spesa diventa impossibile, quando si è mamme di più di un bambino. Il bambino ha alcune necessità: fare la pipì, avere in mano qualcosa per giocare, appagare bisogni elementari quali bere e mangiare, dire la sua sulle puzze, sul caldo, sul freddo. A volte un bambino può causare anche dei danni, senza farlo apposta. Non tutti i supermercati sono attrezzati: spesso non ci sono neanche i carrelli con il seggio, ad esempio, che consentono di entrare senza il passeggino. Non ci sono fasciatoi, non ci sono bagni per mamme, non ci sono servizi per parcheggiare le carrozzine. Eppure la maternità è un fatto naturale.

La guerra delle mamme viene persa spesso, le donne vengono umiliate e maltrattate. Criticate dai passanti. Aggredite se si trovano in difficoltà. In una società che nel bisogno ti schiaccia, invece di dare una mano. Accade quando il personale, al posto di accogliere le mamme ed essere cordiale, è stanco, scocciato e maleducato.

Una lettrice ci ha segnalato che in un Supermercato di una famosa catena a Trento una zelante gerente, incattivita probabilmente per la questione dei furti, o segnata da negative esperienze, vedendo una mamma con un bambino con in mano un cracker (seduto sul suo passeggino) li ha intimati a lasciare il Supermercato. “Eravamo ancora fuori dal negozio, mi ha detto che nel suo negozio non si entra con in mano cibo“.

Le nonne hanno sempre utilizzato la strategia utile: “Un boccone di pane o un succo di frutta, per i più moderni l’ovetto..” consiste nel dare un qualcosa al pargolo seduto sul trono del passeggino, purché stia in pace finché la spesa è fatta. Purché sia legato e seduto e non giri incustodito nel negozio un bambino può assolutamente tenere in mano quello che vuole, purché sia di sua proprietà e non sia rubato, sia chiaro.

Non esiste alcuna legge che esplicitamente vieti a un neonato di tenere in mano un biscotto, in chiesa, in un negozio, al bar. Possono esistere divieti espliciti per il bivacco e per la consumazione di alimenti, ma il cartello va apposto ben visibile e si tratta di regolamenti interni che non sono dovuti e scontati. Il comportamento nei negozi è oggetto di continui cambiamenti, in molti supermercati attualmente possono accedere anche i cani.


Da tempo nei supermercati al contrario, si offrono cibi e alimenti come assaggio, la legge in tema di igiene è molto semplice: non si deve lordare.

Quindi è improbabile che il biberon o il biscotto del neonato possano ledere le norme, se si sporca si chiede scusa e si ripara, ma non si può essere aggrediti senza motivo: si tratta di intolleranza. Intolleranza contro le mamme, ennesima, pesante e difficile. Si leggono commenti indicibili di mamme che – per la presenza dei figli – danno fastidio. In strada, al supermercato, dal medico .. ormai la società non accetta più la vita. La società vuole solo mettere like su facebook ed è intollerante per tutto ciò che è vivo. Esauriti permanenti. Ridotti al rancore e al livore.


Le mamme nei bar, nei negozi e nei supermercati hanno la vita assolutamente impossibile, quando si tratti di incontrare persone nevrasteniche e nervose. E pensare che senza i bambini piccoli la maggior parte dei prodotti costosi per l’infanzia non sarebbero venduti. A volte la pazienza paga, specialmente sulle entrate dei bilanci.

Foto da album “Mamme con i tacchi a spillo” non si citano foto per evidenti motivi di privacy trattandosi di quotidiana vita privata oggetto di interesse comune.


A cura di Martina Cecco

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI.