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Vanoi: Stato dell'Arte a 15 giorni dall'Alluvione in valle

Il Vanoi è una valle del Trentino. Il Trentino ha risentito notevolmente del maltempo nel mese scorso: la cifra complessiva si aggira sui 300 milioni di euro di danni. Le pendici delle valli sono cambiate, la morfologia consente una notevole variazione dello strato superficiale nelle zone alluvionali, per cui effetivamente il paesaggio (in quanto tale) è profondamente modificato, rispetto al “prima alluvione”.
Anche la Valle del Vanoi (di cui avevamo parlato) ha avuto parecchi danni; per certi versi essendo esposta ad Est ha fatto, per il Trentino, da battistrada: è stata la prima a presentare il conto, sulla base della quale poi sono seguite le emergenze man mano che la perturbazione si è allontanata dalla regione. Fermo restando l’Agordino, area gravemente colpita, e Dimaro. Per chi ha in mente il Vanoi è chiaro il motivo per cui in questi casi c’è mobilitazione: se la Valle del Vanoi porta giù detriti la bassa ne risente con danni immensi poiché è zona alluvionata e alluvionale.
A distanza di soli 15 giorni si è tenuto il primo Consiglio Comunale del Vanoi post Alluvione. Il Comune che copre la Valle del Vanoi ha meno di 2 mila abitanti. “Non può affrontare le emergenze da solo”. Ha detto il giovane Sindaco Albert Rattin.
Mariuccia Cemin, Consigliera di minoranza, ex Sindaca del Vanoi, ha portato le istanze degli abitanti di Caoria: “La chiusa del torrente Valsorda è colma di materiali, rende pericoloso permanere nelle abitazioni sotto di essa in caso di reitero di pioggia (sistemazione ritenuta urgente, compresa la messa in sicurezza della passerella di legno tipica, di Caoria che ha un pilastro danneggiato); la rimozione dei massi della Valfredda che hanno divelto la strada, la rimozione dei massi del Coldosè che minacciano l’acquedotto e il ripristino dell’Area faunistica e della bonifica.”
Mariuccia Cemin ha riportato quanto discusso, in accordo, presso il Consiglio comunale del Vanoi: “le due frane di Ronco, la frana di Pralongo, le case hanno subito numerosi danni a Gobbera a Revedea e a Prade, con lo scoperchiamento degli edifici. Massi che sono caduti dalla Valfredda, massi ancora più grandi verso Refavaie al Coldosé a rischio il collettore acquedotto. Portate via le tre bonifiche effettuate dal Servizio Forestale e il Guado sul torrente Vanoi”.
E’ chiaro che – aumentando le opere limitrofe – diventa indispensabile curare e sistemare gli alvei dei torrenti. E’ chiaro che – investendo sui boschi della montagna – il guadagno si riversa anche sulla pianura: meno sporcizia e meno detriti scendono dalle montagne, più la pianura può godere di salute imbrifera.
Il Sindaco Albert Rattin ha detto che i metri cubi di danno complessivi al bosco sono 90 mila, inclusi i privati ed i demaniali, composti dagli schianti, a cui si aggiungono anche i divelti franosi che non sono inclusi. In merito il consigliere ex Assessore alle Foreste Perotto Gaspare ha fatto presente che “La sistemazione delle strade forestali è prioritaria” per poter consentire la rimozione delle piante e per evitare la tragicità del bostrico che in breve danneggia le piante (cadute e sane).
Nella sua relazione in Consiglio comunale per il Vanoi il Sindaco Albert Rattin ha elencato i cantieri urgenti: “La più colpita è la frazione di Ronco, con numerose frane scese in diversi punti. Altri smottamenti si sono verificati a Canal San Bovo, portata via la strada che conduce all’acquedotto comunale. A Prade i detriti hanno invaso sia la strada comunale dei “Tanduchi” e la strada provinciale a servizio del depuratore. Il torrente Lozen, lungo il suo alveo, ha procurato molti danni: Calaita e Berni, vicino a Prade. A Caoria, lungo il torrente Vanoi, ci sono i danni dell’area faunistica e dello scarico dell’impianto di depurazione. Danni anche a Refavaie.”
In foto: il lavoro nei giorni alluvione a Ronco.
L’Area faunistica invece ha un problema: è costruita su una zona che, per il BIM, il servizio bacini imbriferi, è classificata “bonaria” cioè dove il torrente Vanoi è libero di esondare. Questo è il motivo per cui nel momento della piena l’acqua è entrata e si è portata via sia l’Oasi che le bonifiche vicine. Che sono senza sponde. La classificazione è rigida, non si possono fare degli argini protettivi. I danni sono dovuti a questo problema.
A consolare il cuore l’animo dolce dei bambini, tra cui la piccola Elena, che abituata a portare le mele ai cervi dell’Area Faunistica del Vanoi a Caoria – accompagnata dalla sua mamma Helga – ha deciso di dare un piccolo contributo per la ricostruzione, come il piccolo Achille.
L’Area Faunistica diventa il simbolo della Montagna: solo la fiducia e l’amore per “Martino” (il custode forestale) han fatto tornare gli animali, come anche è solo l’amore per la montagna e per la Valle del Vanoi che ha permesso a quella che in musica si chiama “Contrà dell’acqua ciara” di ripartire, rimettendo in piedi le strade, i servizi, le case, per opera del volontariato, per mano dei più bravi e pronti, a servizio del prossimo. La popolazione non smetterà mai di ringraziare.
In foto di copertina della Pro Loco: area faunistica nel mese di agosto scorso.
A cura di Martina Cecco

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI.