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Verona, la “bufala” del concorso canoro razzista

E’ rimbalzata su tutte le testate nazionali la notizia secondo cui una quindicenne di colore, nel veronese, sarebbe stata esclusa dal concorso canoro perché non italiana. “Italiani si nasce non si diventa. Sorry ma non puoi partecipare al concorso, non accetto stranieri”, si era sentita rispondere dagli organizzatori, ma il concorso “fantasma” sparisce del tutto.
Una bufala bella e buona quella del concorso che, dopo aver sollevato numerose polemiche sui social e tra l’opinione pubblica, fa ora inasprire i toni di chi, come il neo Presidente del Consiglio Comunale di Verona, Ciro Maschio, ha voluto vederci chiaro. Ed è proprio il Consigliere di Fratelli d’Italia che, attraverso un post su Facebook attacca: “Un tale si inventa su fb un fantomatico concorso canoro. Una ragazzina italiana chiede di partecipare e il tale risponde che la esclude perchè di colore”. Peccato che, stando a quanto rivela lo stesso Maschio “Verona non c’entra nulla e non risulta nessuna richiesta di spazi, patrocinio o permessi in Comune. Ma il caso va su tutti i media nazionali”.
Un’accusa grave quella del Consigliere, mossa principalmente alla stampa colpevole di aver appositamente costruito un caso mediatico su un concorso inesistente, senza nemmeno aver avuto la correttezza di controllare se tale concorso fosse o meno in regola con le autorizzazioni necessarie concesse dal comune per la richiesta di spazi espositivi o altro. E infatti, come ci tiene a sottolineare lo stesso Presidente del Consiglio Comunale “intanto il ‘concorso fantasma’ sparisce del tutto”, chissà per quale strano motivo.
Un retroscena, questo evidenziato e confermato da Maschio, che cambierebbe tutto nella storia dell’apparente concorso canoro razzista. Certo, la ragazzina che ha contattato l’organizzatore sulla pagina Facebook dell’evento per avere informazioni, si è sentita rispondere che non si accettavano stranieri, perché secondo lui “Italiani si nasce e non si diventa”: un fatto grave e privo di scusanti, anche se di questo l’amministrazione (così come tutta la città scaligera che si è sentita definire “razzista” dalla stampa nazionale) non ha colpe.
E’ lo stesso Maschio a ribadirlo sul suo post di Facebook, scrivendo: “Esprimo solidarietà alla ragazza cui auguro di cantare presto, condanno il gesto idiota di un singolo, e mi rammarico per il “razzismo mediatico” che, con superficialità, non perde occasione di gettare fango su Verona (città di San Zeno Vescovo moro)”.
Un “razzismo mediatico” vero e proprio che, nemmeno a dirlo, sta rimbalzando dalle prime ore di stamane ininterrottamente, danneggiando l’immagine – e l’amministrazione – di una città che nulla ha a che fare con il razzismo. Specialmente quando il concorso in questione, il Canta Verona Music Festival (a cui le ultime iscrizioni risalgono all’11 dicembre del 2014), è un concorso “fantasma” pubblicizzato da una pagina che contava l’adesione di venti persone. 
Giuseppe Papalia

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Riguardo l'autore

giuseppepapalia

Classe 1993. Giornalista pubblicista, consulente di comunicazione per i deputati al Parlamento europeo, corrispondente da Bruxelles. Una laurea in scienze della comunicazione e una magistrale in giornalismo con indirizzo “relazioni pubbliche” all'Università degli studi di Verona. Ha collaborato con alcuni giornali locali, riviste di settore e per alcune emittenti televisive dalle istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo. Con TotalEU Production dal 2019, ho collaborato in qualità di social media manager e consulente di comunicazione politica.

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