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Maradona e la partita di beneficenza

Spentisi i riflettori sui maggiori campionati europei e mentre si attende che si accendano quelli sulla Copa America del Centenario e degli Europei di Francia di questo giugno, nonostante le agitazioni e gli scontri fra forze armate e manifestanti contro la riforma del lavoro promossa dal governo francese, che hanno bloccato molte aree del Paese transalpino, si gode un attimo di respiro da quell’asfissiante gragnola di dati e opinioni che, a scadenza domenicale, sono propinati finanche dal più illustre dei Carneadi che si può trovare in giro.

Pietro Puzone: che era costui? Uno dei Carneadi di cui si parlava poc’anzi, con due particolarità: amico, nel senso più pieno del termine, di un certo Diego Armando Maradona; l’altra sta nel fatto che, almeno nei grandi circuiti televisivi, compare poco e, rispetto ai suoi compagni, sembra essere diventato una riga nera su di un vecchio almanacco. Ad Acerra, città natale di Puzone, questo ex attaccante che fece parte della rosa del Napoli che vinse lo scudetto nel 1987 è soprannominato “l’amico di tutti“.
Un bel soprannome, rispetto ad un “Pitbull” o ad altri strambi che i commentatori si divertono ad appioppare ai primi “artisti” dell’arte pedatoria che si vedono sui campi, e che segnala una qualitàspeciale di Puzone: quella di mettersi al servizio degli altri, la sua generosità. Se il Dio del pallone, non è stato magari generoso con Pezone (al netto di un’ottima stagione all’Akragas e di ottimi ricordi lasciati a Catania e Spezia), forse non lo è stato neppure in questa generosità, giacchè Maradona, da grandissimo qual è, si è dimostrato ancora più campione in questo.
Lungi dal fare graduatorie in un ambito come quello della generosità, che dovrebbe toccare tutti ed essere fatta senza tanta pomposa pubblicità: quante volte si è letto di celebrità che, per aver destinato una donazione a quell‘ente e non a quell’altro, si sono sentiti fischiar le orecchie per aver preferito qualche derelitto estero che nostrano?
Comunque sia, un dato su cui concordano chi, fra vecchi compagni e collaboratori, fra coloro che l’hanno conosciuto bene e non hanno cercato solo di sfruttarlo, è appunto la generosità del campione argentino: si potrebbe dar vita ad una vasta aneddotica, col filo conduttore del silenzio, dell’essere schivi e del non cercare un eccessivo clamore.
E’ altresì conosciuto il rapporto di Maradona con il Napoli e con Napoli: un rapporto non sempre facile nè idilliaco, con l’argentino costretto a volte a far compere di notte perchè la sola voce della sua presenza richiamava frotte di curiosi o a “litigare” con quel padre-padrone che è stato Ferlaino, dotato di una personalità ingombrante.
Da questi elementi muove la storia di Puzone. Gennaio 1985, Acerra, comune rurale nel nord di Napoli. Maradona è da poco arrivato al Napoli, un trasferimento importante che significa il primo mattone per una squadra da scudetto, ma il Napoli è quint’ultimo.
All’acerrano Puzone arriva una richiesta particolare: un padre compaesano, angosciato dalle precariecondizioni di salute del figlio, chiede al giocatore se fosse possibile organizzare un’amichevole fra il Napoli e la locale Acerrana. L’obiettivo è di raccogliere fondi per una delicatissima e costosaoperazione al palato del bambino, da fare in Francia.
Puzone si attiva, ma non promette nulla: è un compito che forse esula dalle sue stesse possibilità. Ferlaino alla richiesta risponde picche: giocare su di un campo che definir rustico è un complimento, è cosa sgraditissima al presidente. Ma fu lo stesso Maradona a non concordare con la decisione del presidente Ferlaino. Diego fu disposto anche a pagare un indennizzo di 12 milioni di lire alla sua assicurazione.
A quel paese i Lloyd: quel bambino era molto più importante. Ad Acerra per vedere il Dio del calcio giunsero 10mila persona. La tribuna ne conteneva solo 5mila, ma i restanti erano con gli ombrelli a bordocampo, intirizziti per il freddo e attoniti di vedere un campione di tal genere, palleggiare tra fango, macchine e recinzioni bucherellate.
20 milioni di lire fu l’incasso che permise al bambino di subire l’operazione. Ma, come dice Puzone:  “(…) il padre lo portò in Francia per operarsi, ma quando il figlio uscì dall’ospedale continuò a rubare purtroppo perchè non ce la faceva con le spese“. Maradona è divenuto un simbolo per i figli rigettati del Meridione, nato nel cuore della miseria, obbligato a riscattare le periferie da Villa Fiorito a Napoli: per tutti gli altri lo zenit di un calciatore che è stato fenomeno nel cuore della gente.
Pasquale Narciso