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Totocalcio, una cancellazione arrivata al 90°

La lunga partita che ha portato all'approvazione della nuova Manovra economica ha mietuto una vittima illustre: la schedina del Totocalcio.

La ridda di commenti e speculazioni che ha investito la nuova Manovra economica ha, alla fine, toccato anche il Totocalcio. Qualche giorno fa ne era stata paventata la cancellazione, portando ad accorati lamenti sulla scomparsa di un’istituzione ludica tanto nostalgica e sulle mire predatorie del Governo.
A smentire tale ipotesi erano arrivate le parole di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo sport.La notizia per cui aboliamo il Totocalcio è esattamente il contrario di quello che stiamo facendo. Può essere uno strumento che se rilanciato può contribuire a finanziare il mondo dello sport“, aveva affermato il sottosegretario.
Così non è stato. Il Totocalcio è scomparso al 90° della giornata che ha visto il Senato approvare a tarda notte la Manovra. Verrà sostituito probabilmente da un unico prodotto, con l’aumento delle possibilità di vincita e di farne pubblicità in deroga al decreto dignità.

Breve storia del Totocalcio

Una pubblicità del 1951 per il nuovo Totocalcio – Foto tratta da “www.museolilla.statistichelilla.it”

Il Totocalcio andrà a far compagnia a Totogol e “9“, altri sistemi di scommesse che nell’era pre-digitale e pre-social erano l’unico sistema per poter far 13” ed aggiudicarsi il più alto montepremi possibile. Certo, l’ambiente di scommesse illegali esisteva (scandalo Totonero docet), ma la schedina nella sua tangibilità era il collegamento fra le speranze di vincita dei tifosi e la volontà di guadagno dello Stato.
Sali, tabacchi e lotto sono state una delle prime cose che ogni Stato centralizzato ha posto sotto il suo controllo imponendovi bolli e tasse speciali. Cambiamenti economici e sociali hanno portato lo Stato a perdere il Monopolio sui sali e tassare aggressivamente i tabacchi.
Era rimasto solo il lotto.
S’aggiunse il Totocalcio grazie all’intuizione di Massimo Della Pergola, Fabio Jegher e Geo Molo (“padri” della SISAL, Sport Italia Società a Responsabilità Limitata). In realtà, nel 1946, si chiamava schedina SISAL e chiedeva ai giocatori d’indovinare 12 risultati. La stagione 1950-51 vide l’aggiunta della tredicesima gara.

Perché il Governo ha cancellato il Totocalcio

L’obiettivo di Della Pergola era duplice: finanziare le attività sportive del CONI e e di fornire una speranza agli italiani. Nel secondo dopoguerra, in una situazione economico-politica dominata dalla ricostruzione, il Totocalcio rappresentava il colpo di Fortuna che poteva cambiare la vita del vincitore.
In un certo senso l’aveva cambiata anche a Della Pergola. Il giornalista della Gazzetta dello Sport ideò il Totocalcio mentre si trovava in un campo profughi svizzero, fuggendo dalle persecuzioni in Italia contro gli ebrei.
L’unico vincitore del 1946, Emilio Biasotti, milanese di origini romane. Facendo 12, s’aggiudicò 462.846 lire del montepremi totale. Cifra considerevole all’epoca, ma nulla a confronto delle cifre che le ricevitorie on-line e non vedono ricevono dagli scommettitori.
In campagna elettorale, specie da parte del Movimento 5Stelle, c’è stata la volontà di frenare la ludopatia ed i presunti sprechi di SNAI o CONI Servizi.

Salvini, il Premier Conte e Di Maio – Foto tratta da “SecoloTrentino.com”

Il Governo ha deciso di sostituire quest’ultima con la nuova “Sport e Salute“, Spa dello sport destinata ad aver un ruolo centrale nella riforma dei “concorsi pronostici sportivi“. Uno snellimento nell’organigramma destinato non solo a contribuire al raggiungimento della quota 100 e del reddito di cittadinanza, ma anche ad alimentare forme di gioco “che non comportino rischi connessi al disturbo da gioco d’azzardo“.

L’emendamento che rilancia il Totocalcio

Una schedina del Totocalcio relativa alla stagione calcistica 1990-91 – Foto tratta da “www.museolilla.statistichelilla.it”

Per ottenere una tale definizione, il Governo ha rilevato che il Totocalcio non presenta caratteristiche quali socialità; alta competenza e bassa alea (fortuna); non ripetitività compulsiva della giocata; durata della giocata; partecipazione ad un montepremi da suddividere tra i giocatori.
La scomparsa del Totocalcio, seppur dolorosa per alcuni, non va letta solo nell’ottica di reperimento di risorse. Il Governo, infatti, è teso anche a ripartire più razionalmente la posta in gioco. Nell’emendamento, infatti, “l’organizzazione del gioco e la gestione delle relative concessioni sarà a cura dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, mentre la raccolta sarà a cura Sport e Salute SPA (ex CONI Servizi), a cui andrà una percentuale tra l’11 e il 13% della raccolta“.


Pasquale Narciso