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Editoriali

GRANDE GUERRA. IL CORAGGIO DI UGO ROSSI, LA DEBOLEZZA DELLA DESTRA

La decisione di Ugo Rossi di esporre la bandiera dell’Italia e dell’Europa a mezz’asta è una decisione coraggiosa. Non sono affermazioni puramente provocatorie, sono solo scelte coerenti con le proprie idee. Aveva motivato la decisione affermando che “per noi si tratta di un ricordo doloroso: la Grande Guerra era iniziata per l’Impero austro-ungarico nel 1914, ma, con l’ingresso in guerra dell’Italia il Trentino si trovò sul confine. Cento anni fa, sul finire di maggio del 1915, la nostra provincia ha vissuto giorni di angoscia e di paura, gli abitanti posti sulla linea del fronte con l’Italia vennero allontanati come profughi e il conflitto varcò i nostri confini e toccò le case.”

Il Presidente della Provincia Autonoma di Trento proviene del resto da un partito, il Partito Autonomista Trentino Tirolese, che ha sempre manifestato il suo favore a iniziative pantirolesi sul territorio. Lorenzo Baratter, capogruppo del PATT in Consiglio Provinciale, si trova attualmente in Repubblica Ceca, insieme a numerosi trentini, per ricordare – in una serie di manifestazioni ufficiali – le decine e decine di migliaia di profughi della nostra terra durante la Prima guerra mondiale, nella ricorrenza del centenario di quella tragedia.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Il coraggio di difendere i trentini morti sotto le insegne di Francesco Giuseppe non è stato però bilanciato da altre forze politiche che potevano difendere i soldati che combatterono in quella che viene da alcuni chiamata come la quarta guerra d’Indipendenza italiana. A livello provinciale basti pensare a Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, formazione politica di destra, che è intervenuta senza alcun particolare vigore. È forse mancato il coraggio o altro, ma è da osservare che a livello locale l’unico esponente che si è esposto in questi ultimi settimane, se non da anni, è stato l’esponente pentastellato Filippo Degasperi. Fiero oppositore degli schutzen, ha in varie occasioni criticato iniziative da lui giudicate folkloristiche.

Situazione diversa è quella che riguarda la Lega Nord. Il carroccio in questi ultimi tempi ha avanzato una politica di stampo patriottico che getta però le sue basi nell’indipendenza della Padania e anche sull’autodeterminazione del Trentino-Alto Adige. In molti avevano in varie occasioni criticato l’atteggiamento ambivalente di questi che  va contro gli stessi valori della destra. In questo contesto si scaglia però Matteo Salvini che in occasione del 24 maggio celebrerà da fiero patriota la lotta contro lo straniero. Una situazione particolare anche perché non si capisce se è il leader della Lega Nord, che recita nel suo statuto l’indipendenza di una fetta del territorio nostrano, o il leader di una qualche formazione nazionalista. Mentre in Trentino-Alto Adige si vuole l’indipendenza, pochi giorni fa è stato bocciato un loro disegno di legge sulla secessione; sul Piave “il capitano” inciterà il prossimo 24 maggio all’Unità Nazionale e al valore della Patria.

Il Salvini irredento
Il Salvini irredentista

Proprio su quest’ultima affermazione riemerge la figura di Giorgia Meloni, anche lei celebrerà la ricorrenza su quelle stesse sponde di fiume. Indubbiamente un momento delicato per criticare le dichiarazioni di quest’ultimo, vi è la campagna elettorale, ma quanto avvenuto è un qualcosa che esula da qualsiasi diplomazia politica. Giustamente Matteo Renzi, in quanto Presidente del Consiglio, ha detto di esporre in modo fiero il tricolore, da fiero trentino e autonomista Ugo Rossi lo esporrà a mezz’asta, ma lascia perplessi il silenzio nei confronti delle iniziative di una persona che solamente un anno fa voleva l’indipendenza del Veneto e consente all’interno del suo partito lo svolgersi di eventi anti-unitari.

Una situazione curiosa sopratutto visto che qua si parla di basi ideologiche. Quanto avvenuto va oltre alle logiche inerenti la campagna elettorale visto che in gioco vi è il proprio peso politico. Iniziative a ricordo della Grande Guerra dovevano essere svolte dalla fondazione Alleanza Nazionale, in Trentino a oggi non è ancora stato fatto nulla. Del resto si attenderà a giugno il destino di questa. Proprio per questi motivi il vero vincitore è Ugo Rossi e il Partito Autonomista Trentino Tirolese. Coerentemente e coraggiosamente hanno difeso le loro idee e i loro principi anche se questi possono non essere pienamente condivisibili. Coraggio mancato invece all’interno di altre formazioni politiche che non sono state alla loro altezza.

M.S.