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Editoriali

LA STORICA E ATTUALE POLITICIZZAZIONE DELLA RAI

Il MoVimento 5 Stelle lancia l’ennesima campagna contro la disinformazione del TG1. Lo fa con un’interrogazione alla Rai in merito a due servizi lanciati in onda nei giorni scorsi. Nel primo, trasmesso nel corso dell’edizione serale delle ore 20 del Tg1 del 22 agosto, i componenti pentastellati della Commissione di Vigilanza della Rai accusano una clamorosa distorsione della realtà dei fatti. La questione toccava un argomento profondamente delicato: l’assassinio-esecuzione da parte dei jihadisti del giornalista statunitense James Foley e la guerra al terrorismo condotta dalle forze occidentali.

Il giornalista Alberto Matano affermava: “E sull’atteggiamento da tenere con gli islamisti dell’Isis i Cinque Stelle sono di nuovo nella bufera. Grillo dice: “Non è vero che dialoghiamo con i terroristi”, ma Di Battista insiste: “Foley è stato ucciso dall’imperialismo americano””.

Il secondo servizio sotto accusa è quello tenuto dalla giornalista Claudia Mazzola che, inizialmente, riprende un videomessaggio di Beppe Grillo di undici minuti in cui vengono trattate diverse questioni (dalla crisi economica allo stato drammatico del nostro Paese). La Mazzola riprende però soltanto 15 secondi, riportando esclusivamente le parole rivolte al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dichiarando “undici minuti di videomessaggio conditi di insulti al premier”.

Le affermazioni riportate sul blog hanno generato le solite polemiche all’interno dell’agone politico, tutte ovviamente rivolte contro il Movimento 5 Stelle. “La verità è rivoluzionaria. In questo Grillo e i suoi compari stanno dimostrando di essere degli autentici restauratori. Non c’è oggi forza politica oggi in Italia che sia più ostile alla libertà di stampa e che prenda sistematicamente di mira chiamandoli per nome e cognome giornalisti rei solamente di aver fatto con scrupolo il mestiere di informare”, ha affermato Daniela Santanchè (Forza Italia). Quest’ultima dichiarazione lascia indubbiamente perplessi data la storia politica della pitonessa. L’onorevole berlusconiana proviene comunque da un partito che ha avuto nel passato vari  problemi con la stampa.

Il vero problema era ed è la Rai. Nata nel 1954, per oltre vent’anni è stato lo strumento di propaganda preferito dai governi della Democrazia Cristiana. Era infatti stabilito un controllo governativo della rete televisiva. Il tutto cambiò nel 1975 con la famosa Lottizzazione Politica dell’emittente pubblica. Si era infatti stabilito un trasferimento di funzioni di controllo dal governo a quello parlamentare, si avviò quindi la  spartizione dei canali radiotelevisivi della RAI su base elettorale. Alla Democrazia Cristiana spettò Rai 1, al Partito Socialista Rai 2 e Rai 3 andò invece sotto il controllo del Partito Comunista Italiano. Forze politiche come Movimento Sociale Italiano non ottennero alcuna “quota RAI”, non godendo dei benefici che l’informazione poteva offrire in termini elettorali.

Tale impostazione è rimasta in vigore fino ai nostri giorni.  Il TG3, per esempio, ha come direttore Bianca Berlinguer che è figlia di Enrico Berlinguer, storico segretario del Partito Comunista Italiano. Indubbiamente la zarina del terzo canale televisivo ha sempre dimostrato ottime doti. Sia il Movimento 5 Stelle che la Lega Nord hanno però varie volte denunciato la disinformazione del servizio pubblico. Nel corso del 2012 il Carroccio  aveva fatto ricorso all’Agcom (l’Autorità garante per le comunicazioni) contro il Tg3. Secondo il Carroccio il telegiornale di Bianca Berlinguer era colpevole di una “sistematica censura” degli esponenti della Lega.

Come curiosità si ricorda che la spartizione politica della RAI è stata fonte di ispirazione di un famoso film quale “Gli Onorevoli”. Nel terzo episodio, Il professor Mollica, interpretato da Peppino De Filippo, è un importante esponente del M.S.I. La sua elezione dipenderà molto da un discorso che dovrà tenere in Tv. Negli studi però incontra un regista politicizzato; questi, a fini politici, punterà in una serie di drammatiche gag a ridicolizzare il serio Professore e a trasformare la trasmissione politica in una coreografia imbarazzante in cui Mollica viene presentato come un pagliaccio.

Il film è del 1963 e da allora sembra che poco sia cambiato.

Michele Soliani