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Esteri

Scarpe sul tavolo: Angelo (LN) come Nikita (PC)

Le scarpe sul tavolo sono un segno di cattivo auspicio? Secondo la teoria principale popolare sì.. ma in realtà è simbolicamente un modo per dire che – in questo modo – si effettua una completa lordata di quanto c’è sotto la suola. La suola calpesta e schiaccia, ma specialmente porta in giro sporco: quindi mettere le scarpe sul tavolo è considerato da sempre la peggiore o quasi delle possibili contaminazioni sanitarie ed igieniche che una persona può fare.
Le teorie poi sono molte, ma l’unica che calza con gli eventi accaduti la settimana corrente alla fine della Conferenza Stampa in Parlamento europeo sembra essere appunto questa: calpestare e scalpicciare con una suola “Made in Italy” un plico di fogli, per schiacciare, per sporcare, perché appunto di “poco conto” insomma “segno di non gradimento” assolutamente.
Le scarpe sul tavolo, che si muovono ad altezza del tavolo, sono – per la numerologia – il simbolo della persona impiccata, ma non è per questo che la settimana scorsa sono state agitate delle scarpe a stampigliare un plico di documenti in Comunità europea.
Torniamo indietro di 5 giorni: alla fine di una conferenza stampa molto sofferta, in cui di sono toccati dei punti delicati, per la Commissione europea, che da settimane striglia i politici italiani per il limite di 0.4 punti reali (come spiegato oggi dal Premier Conte ndr) che fanno alzare a 2.4 il punteggio del deficit, della situazione per la Manovra del DEF e fiscale che dovrebbe essere ridiscussa a Bruxelles. Pierre Moscovici ha relazionato di quanto sopra senza entrare nel merito del lavoro popolare italiano, facendo quindi scatenare il leghista, l’eurodeputato Angelo Ciocca (che è un tipo affatto istrionico, insomma molto italiano).
Pierre Moscovici inizialmente (si evince dal video ma lo ha anche dichiarato alla stampa) non ha proprio riconosciuto – a onor del vero – il povero Ciocca, lo aveva scambiato per un inserviente del Parlamento europeo, così già si capisce il livello di conoscenza tra le persone in UE, almeno in Parlamento. I fotografi non sono rimasti colpiti, non più di tanto, in quanto nessuno si è accorto del gesto tranne le due TV per le quali era stata fatta la sharade. Comunque sempre Moscovici ha poi dichiarato che “Prima si ride e poi si ci sveglia con il fascismo”.
Peccato che il precedente di una simile azione non sia fascista, ma sia il favorito gesto della “scarpa” diventato famosissimo in tutto il mondo del grande e comunistissimo Nikita Sergeevic Krushchev, un militare è vero, ma anche un politico sovietico, che era un uomo cicciottello e sostanzialmente opposto per carattere e per idee a Ciocca, il quale ha retto l’Unione Sovietica in uno dei periodi in assoluto più delicati, cioè la prima parte della Guerra Fredda (quando il mondo era in tensione tra la minaccia dei missili e la minaccia del nucleare).
In questo contesto spinoso, molto più delicato che non il nostro, in Europa, Nikita ebbe il coraggio – e visto il contesto davvero fu coraggio, poiché la contestazione poteva equivalere alla morte, non il papello facebook – di sbattere la sua scarpa sul tavolo, diverse volte, con veemenza, in occasione del periodo elettorale che vedeva un alternarsi di idee e proposte tra John Fitzgerald Kennedy e Richard Nixon, che salirà per ovvi motivi in seguito. Egli lo fece presso le Nazioni Unite, in piena conferenza. Stava contestando un discorso in cui si accusava la Russia di aver dominato la Romania e in generale i paesi dell’Est europeo, ma a farlo era un filippino, Lorenzo Sumulong e la cosa viene ricordata non solo dalle TV ma anche nelle memorie dello stesso leader russo.
Ecco, probabilmente non è un gesto fascista. Tuttavia il leghista sembra che abbia dichiarato di aver cercato di imitare Nikita. La scarpa probabilmente era pulita, sperando sempre che non finisca per portar male, perché appunto si dice ..
Di Martina Cecco

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI.