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Il Codacons contro Greta Thunberg e si rivolge alla Commissione europea

Riguardo alla questione della traversata di Greta Thunberg in barca a vela, il Codacons annuncia un esposto contro la giovane attivista svedese e gli esponenti della famiglia Casiraghi che hanno sostenuto la spedizione.

L’Associazione chiede alla Commissione Europea di indagare per pubblicità ingannevole di socialità inesistente. La traversata contro i cambiamenti climatici, pubblicizzata massicciamente tramite i social e i quotidiani, rappresenta a tutti gli effetti un prodotto, pur finalizzato alla “socialità”. L’impresa che la organizza, per questo, si propone a tutti gli effetti come “produttrice di socialità”.

E intorno a questo prodotto, come anche a tutti gli altri, si può generare un profilo di ingannevolezza, presente quando la pubblicità che lo descrive “in qualunque modo, compresa la sua presentazione, sia idonea ad indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali è rivolta”. Con questa manifestazione pubblica, insomma, Greta e i suoi collaboratori potrebbero aver creato un prodotto sociale fasullo per proprio interesse, ingannando i fruitori – cioè i cittadini – che invece hanno seguito e dato credito a un’iniziativa eventualmente artefatta.

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I punti che abbiamo contestato e sui quali si fonda l’azione legale sono i seguenti:

• L’imbarcazione Malizia II ha avuto un costo di produzione di 3.7 milioni di sterline, ovvero 4 milioni di euro: il costo non sarebbe stato sostenibile da un comune cittadino, ma solo da una selezionata élite, e non avrebbe quindi senso proporlo come modello da seguire per tutte le fasce della popolazione;

• I Casiraghi, sostenitori di Greta contro l’inquinamento ambientale – in questo caso aereo – figurano tra i proprietari della compagnia Moncair (Monaco Helicopter Charter Company), e si pongono quindi come portatori di interessi divergenti rispetto a quelli pubblicizzati dalla traversata;

• L’impresa è sostenuta dallo Yacht Club di Montecarlo, situato in uno dei principali paradisi fiscali – notoriamente cassaforte di ecomafie e multinazionali dell’inquinamento;

• Il viaggio dell’attivista svedese Greta Thunberg per il summit sul Clima di New York è stato presentato come “100% ecosostenibile, a zero emissioni di carbonio”, ma la costruzione della barca ha necessitato di un considerevole utilizzo di materiali: per valutare l’impatto ecologico di un prodotto, ovviamente, occorre valutare anche costi e materiali di costruzione – e non limitarsi solo a considerarne l’esercizio;

• Il volo viene sì evitato per ridurre l’impronta ecologica, ma solo per l’andata: i marinai a bordo potranno tornare a casa in aereo e due membri del Team Malizia potranno raggiungere New York in aereo con il compito successivo di ricondurre la nave in Europa.

Riportando questo elenco l’Associazione attende approfondimenti a opera dell’autorità in questione, augurandosi che la Commissione Europea voglia chiarire tutti gli elementi di merito avanzati anche da alcuni quotidiani tedeschi e britannici. Questi, infatti, hanno a loro volta evidenziato e stigmatizzato le incongruenze di questo viaggio, fino a sostenere che per ridurre l’inquinamento sarebbe stato meglio volare direttamente a New York.