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Marion non è più Le Pen: a cosa aspira la nipote di Jean-Marie?

Si preannunciano giorni caldissimi in seno al Front National. La notizia di oggi è che Marion Le Pen ha cambiato definitivamente il nome della sua pagina Facebook in Marion Maréchal svincolandosi definitivamente dalla zia Marine.
Il rapporto tra le due non era mai stato idilliaco, tanto che Marion decise di ritirarsi a vita privata subito dopo la sconfitta della zia alle elezioni presidenziali contro Macron. Già prima del suo ritiro, Marion aveva dovuto incassare una pesante dichiarazione di Marine che l’aveva definita “troppo estremista” per poter ricoprire un incarico alto all’interno del partito, almeno nel breve termine.
Dopo il ritiro, però, Marion ha iniziato a costruirsi un gruppo autonomo al suo fianco, talmente forte da permetterle di essere invitata alla convention dei conservatori il 23 febbraio 2018 in America, dove invece Marine non era mai stata convocata. A questo evento, la nipote di Jean-Marie Le Pen, ha rilasciato alcune dichiarazioni interessanti: “La gente, nel momento in cui le viene data l’opportunità, tende a riprendersi il Paese” è stata la dichiarazione a sostegno dell’elezione di Donald Trump. Oppure: “Sostengo una politica dell’America First per il popolo americano, del Britain First per il popolo britannico e del France First per il popolo francese“. In chiusura, avrebbe affermato: “Dopo 40 anni di massiccia immigrazione, lobby islamiche e politically correct, la Francia è sul punto di diventare la piccola nipote dell’Islam dopo essere stata la figlia maggiore della Chiesa. Il terrorismo è solo la punta dell’iceberg, questa non è la Francia per cui i nostri nonni hanno combattuto“.
Il punto di svolta avviene però il 6 marzo, quando Marion sul suo profilo facebook (all’epoca ancora Marion Maréchal-Le Pen) scrive quanto segue: “Ho deciso di non partecipare all’Assemblea Nazionale del prossimo giugno. Bisogna constatare che la destra ha ancora molta strada da fare per essere concretamente pesante negli affari pubblici. La battaglia delle idee è stata vinta a pieno titolo, ma non si è trasformata in una vittoria elettorale. Ad ogni elezione, i finanziamenti sono scarsi, i sostegni limitati, le relazioni complicate e gli attacchi si moltiplicano da ogni lato. Proprio su questo punto, la gioventù conservatrice di Francia ha una missione da compiere. Sono convinta che la nostra famiglia di pensiero debba investire sui campi della metapolitica: dall’inizio della Quinta Repubblica, tutti i vettori di pensiero sono proprietà della sinistra che ha infuso la sua dominazione culturale totalitaria attraverso la stampa, l’educazione e la cultura. Io non cerco di screditare la politica elettorale che è un combattimento nobileprimordiale, ma è parimenti essenziale che quello non sia il solo mezzo di azione.
Con queste parole, Marion ha aperto alla costituzione di una vera e propria scuola politica: “Ho deciso di creare un’accademia di scienze politiche che sia liberaindipendente, svincolata da ogni partito politico ma che sia un progetto politico. Il nostro popolo ha il diritto alla continutà storica, tutti quelli che credono alle virtù del quadro nazionale, alla libera impresa, troveranno qua il loro posto“. Stando a delle indiscrezioni, la scuola dovrebbe avere sede a Lione, città già nota per il grande lavoro svolto dagli attivisti di Génération Identitaire negli scorsi anni.
Con la cancellazione del cognome Le Pen dalla propria pagina, arrivata proprio pochi giorni dopo l’ultimo sondaggio elettorale che vede la coalizione tra En Marche MoDem al 27%, ben lontana dal Front National al 17% e ai Les Républicains al 15, tallonati da La France Insoumise al 14, si potrebbe segnare una nuova stagione politica. I tanti riferimenti di Marion alla libertà d’impresa potrebbero essere un’occhio strizzato verso la destra moderata francese e il distaccamento definitivo dal nome Le Pen potrebbe segnare la fine di un nome storico per la destra francese.
Un’unione tra il Front National e i repubblicani trascinerebbe probabilmente la Francia verso un centrodestra conservatore e Marion potrebbe esserne un’ottima leader. Fantapolitica? Ad oggi sì. Ma quel cambio di cognome non può che essere sospetto.