Home » FORZA ITALIA E L'AUTONOMIA: WALTER FERRAZZA DICE LA SUA
Editoriali Politica locale

FORZA ITALIA E L'AUTONOMIA: WALTER FERRAZZA DICE LA SUA

Nella giornata di ieri si ha avuta l’occasione di intervistare il candidato alle europee per Forza Italia in Trentino Walter Ferrazza. Ci ha accolti presso la sede del MIRitrovo, situata presso vicolo del vo’, ritrovo che è stato propedeutico alla creazione dei Club Forza Silvio. Si è voluto dare spazio, visto il delicato ruolo da questi ricoperto durante il 2013, alla politica locale e all’autonomia trentina nel corso di questa prima intervista.

 

Il risultato alle scorse provinciali è stato deludente per Forza Italia che ha ottenuto solo il 6%, quale è secondo lei la causa?

La causa è assolutamente la frammentazione che c’è stata per quanto riguarda i candidati legati a quel mondo che va dalla destra a quello dei liberali. Oggi in prospettiva è necessario fare una sintesi di tutte queste forze di centrodestra per fare in modo che si possa convergere in termini elettorali. Il progetto nel medio lungo termine deve essere quello di fare sintesi. Io, in realtà, ci avevo provato anche in quella sede ma assolutamente non c’erano le condizioni per poterlo fare, qualcuno mi aveva persino definito “pontiere”.

E a oggi?

Oggi a maggior ragione bisogna riuscire a fare sintesi particolarmente in Trentino dove comunque le forze di centrodestra hanno una capacità elettorale magari inferiore a molte altre regioni senza, in nessun modo, fare personalismo. Oggi è necessario che si ragioni sui contenuti e non sulle persone. Oggi è necessario avvicinare la politica ai cittadini.

Prendere voti dal PATT o da Progetto Trentino?

Io credo che si possano attrarre da entrambe le parti; certamente Progetto Trentino è una di quelle realtà che probabilmente aveva iniziato bene a dialogare con i territori ma che poi ha dimenticato la sua missione. Era riuscita a radicarsi bene sui territori e a convergere molta gente e avere un progetto comune che poteva essere condiviso da buona parte delle persone. Poi ne sono rimaste poche persone che non hanno condiviso il loro progetto con tutto quel sistema che loro stessi volevano creare; hanno quindi perso quello che era il loro core business, ovvero dare risposte ai cittadini.

E per quanto riguarda il PATT?

Il PATT credo che altrettanto deve tornare a fare il PATT vero e quindi spostarsi rispetto a una posizione politica che non gli si addice, insomma si è spostato troppo a sinistra e quindi anche da li noi dobbiamo andare a recuperare consensi facendo quello che dicevamo prima: andare a tornare sul territorio per dare risposte ai cittadini.

Lei aveva proposto nello scorso autunno una riforma del territorio provinciale. Aveva proposto l’accorpamento di Belluno a Trento…

In realtà no. Quella delle trentuno regioni era stata la prima versione, la seconda versione prevedeva 36 regioni di cui comunque il Trentino rimaneva con l’Alto Adige e c’era l’annessione di parte del territorio di Belluno.

È stato visto dagli autonomisti come un attacco all’autonomia..

In realtà in quel progetto c’era qualcosa in più. Non c’era la fine dell’autonomia ma c’era l’indicazione che tutte le regioni potessero essere a statuto speciale. Cioè che ci fosse un’autodeterminazione dei territori e quello era un vantaggio. Era una riforma che andava a vantaggio delle autonomie e non il contrario; oggi invece il PATT che è molto legato al PD che sta danneggiando l’autonomia. La dimostrazione sta nei tagli pochissimi giorni fa, il prossimo anno saranno di 123 milioni di euro, che il governo centrale ha deciso di attuare sulle autonomie speciali. Io nei miei nove mesi di governo ho trovato molti attacchi all’autonomia e quindi è necessario che il centrodestra faccia sintesi.

Da parte del centrodestra o del centrosinistra?

Dal centrosinistra, non c’è dubbio. Sono loro che governano.

Il centrosinistra però governa in Trentino…

Il dramma è proprio quello. nel senso che il centrosinistra governa eppure il governo centrale sta massacrando l’autonomia. Forse è necessario porsi qualche domanda in più, per cui dove realmente gli elettori dovrebbero andare che credono, come noi, nell’autonomia vera e nella necessità di un autonomia che punti alla gestione del territorio in modo serio.