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Politica locale

ELEZIONI REGIONALI. LA VITTORIA DI … NESSUNO

Dopo il risultato elettorale delle elezioni Regionali in Emilia-Romagna e Calabria, due dati emergono in maniera chiara: il primo aspetto è che la politica (o meglio, questa politica) ha perso definitivamente la presa sui cittadini; il secondo è che i politici stessi sembrano non curarsene troppo. A cominciare da chi, numeri alla mano, queste elezioni le ha vinte, bissando il “successo” delle Europee e amministrative del maggio scorso.

Infatti, il premier Renzi, in un tweet di ieri sera, gioiva del “2-0” rifilato ai concorrenti, segnalando un PD al di sopra del 40%. Ignorando però che il 40% del 40% significa il 16% degli elettori totali. Un po’ poco, se si vuole essere una forza di governo stabile per il paese. Allo stesso modo i 5 Stelle, che soprattutto in Emilia-Romagna avevano optato per una campagna più soft (“5 consiglieri sarebbe un successo” disse Grillo non più di una settimana fa), sono soddisfatti di essere l’unico partito a non aver perso voti rispetto alle precedenti Elezioni Regionali. È vero che ogni elezione ha le sue caratteristiche, però se alle Europee il Movimento ottiene oltre 400mila voti e a distanza di sei mesi meno di 200mila il calo c’è, eccome. Ancora peggiore, per i pentastellati, il risultato in Calabria, dove Cantelmi non raggiunge nemmeno il 5%, dopo il 21,50% raccolto a maggio.

Nel centrodestra le riflessioni sono diverse: nella “punta” d’Italia, la coalizione di centrodestra (NCD escluso) si mantiene circa sullo stesso livello dei risultati delle Europee, ma il risultato più eclatante arriva dall’Emilia-Romagna: non solo uno storico “sorpasso”, ma addirittura un doppiaggio della Lega su Forza Italia, un risultato che incorona Salvini come uomo del momento nel panorama di centrodestra. La Lega addirittura raddoppia i voti ottenuti alle Europee, confermando il trand positivo della nuova “gestione” Salvini.

Rimane comunque un dato importante da sottolineare che, tra chi sorride, chi gioisce e chi nega il fallimento, 3 italiani su 5 sono insoddisfatti di questa politica, tanto da non riconoscersi più in nessuna di queste forze; contando anche l’astensionismo, infatti, a governare le regioni dovrebbe essere…nessuno! In questa situazione, dove già il potere di voto degli italiani si sta riducendo (come accade per le Province e accadrà salvo sorprese per il Senato), gli italiani si sentono in dovere di rinunciare a un loro diritto e dovere civicovittoria vittoria