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Ad Avio "La Notte di Sigonella": come Craxi difese l'Italia

Sala stracolma ieri sera ad Avio per la presentazione del libro di Bettino Craxi “La notte di Sigonella”, morto in esilio nel 2000 in Tunisia. “La notte di Sigonella, edito da Mondadori, – questo il titolo del volume da 286 pagine che fa luce su una delle più controverse vicende della Prima Repubblica – è stato presentato dalla figlia, Stefania, seguito da un videodocumentario, entrami curati dalla Fondazione Craxi. La pellicola è avvincente e piena di interessanti passaggi storici. In essa si susseguono e si confondono immagini e voci del tempo con interviste attuali dei protagonisti della vicenda.
La presenza dell’Onorevole Craxi ad Avio è merito dell’associazione Memores, che in questi ultimi anni ha organizzato numerosi incontri culturali allo scopo di divulgare e approfondire vicende di storia locale, nazionale (e non solo) e portare alla luce retroscena e fatti non sempre ben conosciuti dalla comunità.  Gli organizzatori hanno voluto ricordare che “il libro presentato oggi affronta un tema importante per la storia del nostro Paese, fu una delle poche pagine in cui la nostra nazione ebbe coraggio di opporsi agli Stati Uniti che troppo si inseriscono nella politica del nostro Paese“. L’incontro ha avuto come moderatore Daniele Lazzeri, chairman del think tank di studi geopolitici e di economia internazionale Il Nodo di Gordio e Direttore responsabile dell’omonima rivista quadrimestrale, che collega da anni il Trentino al mondo intero.
Il sagace moderatore ha posto subito l’accento sull’aspetto più emblematico della storia e ha colloquiato con l’ospite sul concetto di sovranità nazionale. L’evento è stato sicuramente  un momento di riflessione sull’importanza della sovranità nazionale dell’Italia, soprattutto guardando ai nostri giorni. Principio, quello della sovranità, che dovrebbe essere perseguito da ogni schieramento politico senza distinzione di Destra o di Sinistra. E Bettino Craxi ha lavorato per l’interesse e la difesa dell’inviolabilità dell’Italia prima di tutto.
Stefania Craxi ha ricordato che suo padre “ha sempre lavorato per il bene del suo Paese, e una dimostrazione è stata la notte di Sigonella. La prima decisione fu quella di usare le armi della diplomazia per liberare gli ostaggi sull’Achille Lauro e, da Presidente del Consiglio, ha rispettato le leggi italiane e internazionali”L’Italia era coinvolta nel processo di pace tra Israele e Palestina, quindi doveva mantenere un alto prestigio internazionale soprattutto tra i Paesi del Mediterraneo. Stefania Craxi ha aggiunto poi: “Se fosse continuata la politica internazionale di Craxi nel Mediterraneo, oggi non ci sarebbero simili stragi”. Secondo lei infatti l’Italia oggi sta attuando una politica internazionale che la identifica appieno con il nomignolo dispregiativo di “Italietta”, ed esemplare è il caso dei Marò detenuti in India: ”Io non credo che se ci fosse ancora Craxi i nostri Marò sarebbero ancora in India”. Daniele Lazzeri ha poi chiesto a Stefania Craxi quale strategia potrebbe essere utilizzata per affrontare le difficoltà che coinvolgono i Paesi sul Mediterraneo. “L’America fa i suoi, noi europei non siamo capaci di fare i nostri interessi. Se noi deleghiamo la difesa della democrazia ad altri, questi un giorno possono smetterla di difenderla“, è stata la risposta dell’Onorevole.
31EA8067-7030-11L’argomento della serata è comunque la notte di Sigonella, un evento storico che incrinò momentaneamente i rapporti tra l’Italia e gli USA. Una situazione, ricordata da Stefania Craxi, particolarmente delicata, visto che oltre alle pressioni di Reagan vi fu una crisi di governo voluta dal filoatlantista Spadolini: “Craxi deve prendere in pochissimo tempo delle decisioni da solo con le lobby americane ed ebraiche che volevano gli attentatori. Questo andava contro gli accordi presi da Craxi con Mubarak e Abbas”. Non poteva mancare nel corso della serata un accenno alla controversa figura dell’agente della CIA Michael Ledeen. Stefania Craxi ritiene che “fece di tutto per imbrogliare la matassa invece di sbrogliarla. Fu un uomo molto ambiguo e probabilmente legato alla CIA. Ha portato in America persone quali Di Pietro e Matteo Renzi”. Parlando di Sigonella non si può far a meno di porsi come domanda se la fine di Craxi fosse stata ordita dagli USA come vendetta per il suo atteggiamento durante gli Anni Ottanta. Stefania Craxi ha ricordato ai presenti che i rapporti con il Presidente degli Stati Uniti rimasero freddi solamente per qualche giorno, tanto che Reagan scrisse dopo quella notte una lettera che rimarcava l’amicizia tra i due popoli.
La fine di Bettino Craxi fu dovuta quindi, a suo avviso, all’avvento della società globalizzata e alla contrapposizione tra il potere politico e quello finanziario. L’Onorevole ricorda: “Craxi difese il potere politico e in questa lotta perse, vinse il potere finanziario. Oggi la politica è morta a favore delle leggi finanziarie e non c’è più una selezione dal punto di vista della classe politica“. In merito a Tangentopoli poi ricorda che fu una mossa dei poteri finanziari, volti a impoverire il patrimonio industriale italiano. Stefania Craxi ricorda che, nonostante la classe dirigente all’interno del Partito Socialista Italiano avesse un’età inferiore ai 40 anni, tutti presentavano un forte spessore culturale e politico provenendo da almeno 15 anni di gavetta politica: “Venivano create classi dirigenti grazie ai partiti. Da 20 anni abbiamo gli scappati di casa al governo”.
Michele Soliani