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Politica

ALESSANDRO DI BATTISTA RILANCIA SULLA QUESTIONE MEDIO ORIENTE

Dopo giorni di silenzio stampa è ritornato a parlare il deputato penta stellato Alessandro Di Battista. Lo ha fatto su facebook in un lungo posto dove afferma: “Ho ricevuto ogni genere di insulto in questi giorni. “Terrorista”, “assassino”, “soggetto pericoloso per la società”. Un giornale ha anche scritto che avrei intenzione di farmi esplodere in una metro. Il tutto per aver espresso delle idee, riportato dei fatti e provato a “capire”, un atto che rivendico con tutto me stesso. Mi domando cosa possa succedere se dovessi mai compiere uno di quei reati tanto cari ad esponenti di quei partiti che i giornali che mi hanno infangato portano sul palmo della mano. Qualcuno, in rete, mi ha anche augurato di fare la fine di quel povero reporter americano.”
In merito a James Foley, il 40enne statunitense ucciso nel famoso video, il deputato penta stellato ha ricordato che indossava una “divisa simile a quella indossata dai prigionieri a Guantanamo. Io penso che la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo sia, in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib.”
Di Battista afferma che le violenze commesse in quella prigione furono  figlie di quel desiderio di vendetta che molti americani hanno provato dopo l’attentato alle Torri Gemelle del 2001.
“Ha qualche utilità sapere “chi ha sparato per primo”? Ho provato a mettere in discussione il pensiero dominante.” È questa la motivazione in merito al suo articolo  sul Blog di Beppe Grillo dal titolo “ISIS: Che fare?”.
Il problema è che il terrorismo, a suo parere, è stato contrastato secondo modalità totalmente fallimentari e nel 2014 si pensa ancora a risolvere i conflitti solamente usando la violenza.  La strategia adottata dopo il 2001 non ha fatto altro che portare continui e incessanti spargimenti di sangue.
Di Battista conclude infine affermando che “Questi giorni mi hanno insegnato due cose molto importanti. La prima e’ che non basta certo una strumentalizzazione becera a farmi smettere di impegnarmi a fondo in quello in cui credo. La seconda e’ che fare quel che si ritiene giusto al posto di quel che conviene ti fa vivere sostanzialmente male ma sostanzialmente ti fa sentire vivo.”