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ELEZIONI REGNO UNITO 2015: IL VOTO CHE FA TREMARE L'EUROPA

Il voto del 7 maggio nel Regno unito, sarà probabilmente uno dei più importanti della storia, poiché da esso dipenderanno non solo le sorti nazionali inglesi, ma quelle di tutta l’Euro-zona.

In gioco c’è infatti la permanenza del Regno Unito nella già instabile zona euro e – senza dimenticarci della già traballante situazione interna venutasi a creare con il referendum di settembre sull’indipendenza della Scoziala mancata adesione e permanenza all’interno dell’Unione Europea del Regno Unito, potrebbe causare l’aggravarsi di una situazione già di per se inasprita dai “giochi” di Atene. Tsipras infatti, salito anch’esso da poco al comando della Repubblica Ellenica, ha dato non pochi problemi ai burocrati di Bruxelles e alle loro politiche monetarie per il rialzamento del debito pubblico ellenico, disastroso tanto quanto quello di altri paesi della zona euro. L’Europa tuttavia non ci sta, e ora, sembrerebbe puntare sull’approvazione comunitaria e sull’unità di tutti gli stati membri per risollevare l’economia. Nonostante – secondo molti – le direttive “dittatoriali” di TroikaMerkel, sopprimano l’economia reale di molti stati.

Ecco quindi, che le elezioni che si terranno il prossimo 7 maggio in Gran Bretagna, assumono un ruolo essenziale per le sorti dell’Europa stessa, che ora trema dinnanzi al partito di Nigel Farage. Il suo Ukip infatti, sembra essere una vera e propria spina nel fianco per i burocrati europeisti, e fa dell’uscita dalla Ue la sua bandiera per accrescere voti e consenso. Nonostante i sondaggi vedono in leggero vantaggio i Laburisti di Ed Miliband sui Conservatori dell’attuale Premier David Cameron, il partito di Nigel Farage sembra prendere quota e – se il detto non mente – chissà se tra i due litiganti, il terzo gode?

Nonostante quanto ipotizzato, anche Cameron, sembra ora volersi allontanare dall’egemonia di Berlino e dall’Europa così come la conosciamo, avanzando discutibili affermazioni sul tema dell’immigrazione e della “libera circolazione”. Lo scorso novembre infatti, il Sole 24 Ore riportava un articolo sullo scontro “Londra-Berlino” proprio su questo tema, che vedeva nelle affermazioni del Premier il “punto di non ritorno” che avrebbe portato all’uscita della Gran Bretagna dalla Ue. Il tutto sotto gli occhi di una Germania spettatrice. Ma oggi? Rimarrà ancora a guardare?

Ciò che è certo è che sembra esserci più di un’ipotesi ormai sul tavolo. E se è vero che Cameron ha promesso in caso di vittoria, di indire nel 2017 un referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea, queste elezioni preannunceranno una battaglia dall’esito tutt’altro che scontato. Referendum questo, che invece i Laburisti assolutamente non vorrebbero.

Tuttavia, di fronte ad un bivio così incerto e drammatico, le imprese, i mercati e le borse “tremano” anch’esse dinnanzi ad un esito tanto incerto quanto altamente discutibile soprattutto a livello nazionale. Talmente incerto che secondo il Financial Times, il Governo di unità nazionale si vedrà costretto a formare una coalizione tra Labour e Tories, per arginare le crescenti minacce rappresentate dallo Ukip. Un terzo incomodo che potrebbe spodestare il “tradizionale” imporsi di partiti legati alla storia monarchica della corona e della casa reale della Regina Elisabetta II. Forse a vacillare non saranno solo le sorti dell’Europa.

di Giuseppe Papalia.

Riguardo l'autore

giuseppepapalia

Classe 1993. Giornalista pubblicista, consulente di comunicazione per i deputati al Parlamento europeo, corrispondente da Bruxelles. Una laurea in scienze della comunicazione e una magistrale in giornalismo con indirizzo “relazioni pubbliche” all'Università degli studi di Verona. Ha collaborato con alcuni giornali locali, riviste di settore e per alcune emittenti televisive dalle istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo. Con TotalEU Production dal 2019, ho collaborato in qualità di social media manager e consulente di comunicazione politica.

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