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“Gola Profonda”: quando un informatore anonimo fece dimettere Nixon

“Gola Profonda” fu l’informatore anonimo di rilevante importanza che aiutò Bob Woodward e Carl Bernstein nell’inchiesta del Watergate, lo scandalo scoppiato nel 1972 che vide uomini vicini al Partito Repubblicano spiare e intercettare illegalmente le conversazioni che si tenevano nel quartier generale del Comitato Nazionale Democratico e che portò nel 1974 alle dimissioni dell’allora riconfermato Presidente Repubblicano in carica Richard Nixon. Il nome “Gola Profonda” derivava dal termine giornalistico deep background per indicare una fonte anonima vicina ai fatti e dal titolo di un famoso film porno uscito proprio nel 1972.
“Gola Profonda” ebbe un ruolo cruciale nella ricostruzione dei fatti durante le indagini ad opera dei due giornalisti del Washington Post vincitori del Premio Pulitzer, e per più di 30 anni la sua identità fu tenuta celata. Solo nel 2005 decise di uscire allo scoperto in una lettera aperta su Vanity Fair, rivelandosi l’ex-vicedirettore dell’FBI Mark Felt – il quale morì tre anni dopo, nel 2008, per un attacco cardiaco. Già nel 1972 la Casa Bianca e l’FBI sospettavano che Felt parlasse di questioni riservate coi giornalisti, ma non furono mai in grado di dimostrare un suo coinvolgimento nell’inchiesta.
La riservatezza sull’identità di “Gola Profonda” diede un’aura di mistero a tutta la vicenda giornalistica, e, anche se oggi l’immagine dei due giornalisti d’inchiesta e del loro informatore anonimo di altissimo livello viene celebrata, all’epoca delle indagini fu dura per Woodward e Bernstein (e il Washington Post) dare credibilità alle loro indagini: in un momento storico in cui Richard Nixon e il Partito Repubblicano godevano di un enorme consenso popolare l’opinione pubblica non sembrava essere interessata a ciò che inizialmente era una semplice effrazione e furto con scasso, e gli articoli dei primi passi delle indagini furono anche smentiti dalle altre fonti a cui si affidavano Woodward e Bernstein – rischiando di essere messi alla gogna mediatica per calunnia. Ma fu solo grazie all’inchiesta condotta dai due giornalisti, aiutati dall’anonima “Gola Profonda”, che la vicenda rimase sotto la luce dei riflettori – seppur fioca – e pian piano si risalì al quadro completo includendo la Casa Bianca e addirittura il Presidente degli Stati Uniti nella cospirazione.
Le indagini e tutte le informazioni circa quanto scoperto da Bob Woodward e Carl Bernstein, con l’aiuto della misteriosa “Gola Profonda”, sono riassunte nel loro libro d’inchiesta “Tutti gli uomini del Presidente” pubblicato nel 1974, da cui è tratto l’omonimo e fedele film con Dustin Hoffman del 1976. Un lavoro certosino che mostra come funzionava il giornalismo d’inchiesta (ma non solo) di quegli anni, quando la ricerca delle informazioni e delle fonti richiedeva molto più impegno e tempo rispetto ai giorni nostri, dove la maggior parte delle informazioni circolano in internet.
Oggi si guarda all’inchiesta sul Watergate quasi come a una vicenda epica del passato, e l’ombra di Woodward e Bernstein è ancora dura ad affievolirsi negli ambienti giornalistici: forse è anche grazie al loro duro lavoro che oggi esiste un maggiore livello di trasparenza e uno stato d’allerta nei confronti delle personalità che rivestono ruoli di potere. Ed è per questo, oltre che per l’inquinamento delle informazioni circolanti ad opera della recente piaga mediatica delle fake news, che le inchieste odierne richiedono una maggiore sicurezza circa l’identità delle fonti: “Gola Profonda”, che già all’epoca difficilmente fu considerata una fonte attendibile proprio a causa del suo anonimato, oggi avrebbe ancora meno possibilità di presentarsi con serietà ai lettori. Eppure il suo aiuto è stato determinate a scoperchiare uno dei più grandi scandali della storia politica americana.
Giuseppe Comper

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