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Politica

IL PERICOLOSO ACCANIMENTO MEDIATICO CONTRO ALEMANNO

L’inchiesta di “Mafia Capitale” ha scosso terribilmente tutto il mondo politico e non solo. Ieri alla domanda lanciata dalla trasmissione Virus (Rai 2) condotta da Nicola Porro, “credete che mafia capitale sia una nuova tangentopoli”, il 70,5% ha risposto sì, lanciando un chiaro segnale del peso che questa inchiesta avrà sia in ambito romano e internazionale. Si tratta dell’ennesima sconfitta della politica “vera”, quella fatta di dibattiti, idee, progetti, a favore dello storico cliché del politico intrallazzone e con le mani in pasta in diverse cose, spesso oscure.

In tutta questa confusione, un uomo più di altri è stato tirato in causa: Gianni Alemanno. Essendo infatti sindaco di Roma all’epoca dei fatti, era ovviamente prevedibile che finisse tra gli indagati. Quello che sconvolge però è la quantità e la pesantezza delle accuse non giuridiche, ma mediatiche, rivolte all’ex esponente di Fratelli d’Italia.

Il reato contesto ad Alemanno è infatti quello di “associazione a delinquere di stampo mafioso”, ma bisogna anche fare un distinguo nel suo capo di imputazione: come specificato anche dal procuratore Pignatone, la sua posizione è “oggetto di approfondimento”, in quanto il nome di Alemanno è stato inserito nell’indagine non per prove a suo carico, ma per approfondire il suo ruolo nella vicenda.  Ad Alemanno, inoltre, non vengono contestate condotte, poiché gli appalti concessi alla cooperativa “29 Giugno” sono osservati dall’inchiesta sotto il profilo dell’opportunità politica e non della regolarità.

Come ultimo punto, bisogna considerare che i presunti “uomini della mafia” sono due collaboratori di Alemanno, Mancini e Panzironi. L’inchiesta dovrà accertare anzitutto se questi due personaggi sono veramente collegati alla mafia romana, e in secondo luogo se lo stesso Alemanno “non poteva non sapere” o se è stato semplicemente tradito nella fiducia da questi due personaggi.

A difesa personale di Alemanno si aggiunge che, in un’Italia dove la presunzione d’innocenza sembra essere scomparsa in favore di una certezza (mediatica) di colpevolezza, è già raro vedere un politico dimettersi da ogni carica, cosa che Alemanno ha prontamente fatto una volta indagato, inoltre ora l’ex-sindaco sta presenziando a diversi programmi mettendo la propria faccia in ogni dibattito in cui la sua figura, le sue idee e la sua politica vengono contrapposte a ciò che potrebbe aver fatto, ma senza alcuna certezza.

Si spera nell’innocenza di Alemanno: sarebbe un grande spot di onestà in questo momento nero per la politica, in cui nessuno crede più né in qualcosa né in qualcuno.

Riccardo Ficara