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La Conzatti verso Renzi. Binelli (Agire): "Si dimetta da senatrice"

Non si fermano le polemiche contro Donatella Conzatti, Senatrice trentina di Forza Italia ma abbandonata da tutto il centrodestra dopo aver disertato il Senato in occasione del voto di fiducia la Governo Conte II.

Stavolta nell’occhio del ciclone ci sarebbe il passaggio – ormai prossimo, secondo diverse testate nazionali – della senatrice nel nuovo soggetto politico creato da Matteo Renzi, fuoriuscito dal Partito Democratico.

Ad attaccare duramente la Senatrice è Sergio Binelli, Segretario organizzativo della lista locale Agire per il Trentino: “Sono mesi che tolleriamo comportamenti incomprensibili della Conzatti, dalla difesa dei corsi gender all’accettazione dell’accoglienza di massa dei migranti. Questo atto è però semplicemente inaccettabile“.

Non bisogna sorprendersi – continua Binelli – perché nel 2013 la Conzatti era in Scelta Civica con Mario Monti, poi è passata alla Segreteria dell’Unione per il Trentino di Lorenzo Dellai, prima di partecipare alle direzioni di Alternativa Popolare con Angelino Alfano. Ha guardato con favore alla costituzione contemporaneamente di Civica Popolare della Lorenzin e di Noi con l’Italia, collocate in due coalizioni diverse“.

Con un tempismo perfetto, come quello di chi si è scoperto leghista nell’ultimo anno, è approdata a Forza Italia per essere eletta Senatrice nel Collegio di Rovereto, grazie ai voti di quel centrodestra che ogni giorno dimostra di disprezzare. Ha provveduto quindi – sostiene il Segretario di Agire per il Trentino – a tirare fuori un’identità diversa per ogni stagione, guardando sempre un po’ più a sinistra che a destra“.

Binelli rinnova allora la richiesta di dimissioni, avanzata già diversi giorni fa: “Di camaleonti ne abbiamo visti già a sufficienza, non vogliamo vedere anche camaleontesse. Aggiungiamo un consiglio alla nostra coalizione: occorre fare una riflessione più attenta quando si imbarca chi ha dimostrato di avere il vizio del trasformismo“. “In questo momento il Trentino ha perso uno dei pochi seggi ha a disposizione in Parlamento, finito nelle mani di uno come Matteo Renzi che nel suo libro ha scritto ‘via le regioni a statuto speciale‘. La cautela non è mai troppa” conclude il Segretario.