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Prodi lancia l'asse M5S-PD: ecco la "maggioranza Ursula"

Per risolvere l’ormai annosa crisi di Governo, tutti i vari esponenti e commentatori politici italiani stanno dando la propria soluzione. Stavolta è il turno di Romano Prodi che, attraverso un fondo scritto per il Messaggero, si lancia in un nuovo appello europeista.

A dire del Professore, infatti, il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico potrebbero trovare un’intesa sulla base del modello Ursula von der Leyen, la nuova Presidente della Commissione eletta con i voti – per quanto riguarda gli europarlamentari italiani – proprio dei due partiti che oggi verosimilmente avrebbero una maggioranza per governare assieme.

Alla base della richiesta di alleanza tra le due forze c’è il fatto che al momento l’Italia non starebbe – secondo il parere di Prodi – dando garanzie sul proprio futuro, a causa delle divisioni tra il partito di Luigi Di Maio e la Lega di Matteo Salvini sin da quel voto europeo che ha visto l’elezione della popolare von der Leyen grazie ai decisivi voti dei grillini europei.

È chiaro che l’accordo deve prima di tutto fondarsi sul reinserimento dell’Italia come membro attivo dell’Unione europea” scrive Prodi, che si lancia addirittura nel chiamare Orsola questa coalizione di governo. Alla base del Governo tra i 5 Stelle e i Dem ci sarebbe poi, oltre alla comune visione europeista, anche la stabilità. Prodi infatti vuole che questo possibile governo resti in carica fino al termine della legislatura, scrivendo così non solo la finanziaria di quest’anno – spauracchio che molti sventolano come deterrente per delle elezioni in autunno – ma anche quelle del 2020, del 2021 e del 2022.

Gli obiettivi posti dal Professore sono poi altri due: “la riorganizzazione degli strumenti necessari per la ripresa economica e la messa in atto di una politica socialmente avanzata“. L’idea di Prodi è quella di portare avanti i programmi dei diritti civili senza però dimenticare i diritti sociali, la lotta alle disuguaglianze, la difesa del welfare, la scuola e la sanità. In questo passaggio, forse, si può leggere un certo malcontento per alcune politiche renziane, anche se il leader fiorentino oggi è l’ago della bilancia per la formazione effettiva di questo accordo.

Conscio che l’elettorato non vedrebbe certamente in maniera favorevole un accordo tra due forze che non hanno fatto altro che combattersi dal primo – ad esser buoni dal secondo – giorno, Prodi suggerisce anche come arginare liti e differenze: “Si deve pensare a qualcosa che possa paragonarsi a un congresso di partito. Ho ben chiara l’idea sulla necessità di aprire un dibattito interno al Partito Democratico, così che la posizione prevalente possa essere portata avanti in modo credibile“. E lascia anche un suggerimento su un tema che potrebbe vedere PD e 5 Stelle uniti: “Un dibattito sul problema delle autonomie è necessario: non possono essere lasciate all’iniziativa di alcune regioni ma devono coinvolgere ‘prima gli italiani‘ e necessariamente ‘tutti gli italiani‘”.

Un governo europeista, con una marcata attenzione alle politiche sociali e con una posizione a metà tra il centralismo e il federalismo in maniera non meglio specificata, anche se va dato atto a Prodi di essere stato uno dei pochi ad aver compreso la necessità di un federalismo in Italia. Di Maio, Renzi e Zingaretti raccoglieranno la proposta?