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Politica

DA ROMA UN APPELLO PER CREARE LA DESTRA DIFFUSA

Si è svolto, nella giornata di ieri a Roma, al Palazzo Wedekind, il seminario “Nuova, Vera e Unita. Un progetto per la Destra Italiana”. Tra i presenti non potevano certo mancare personalità illustri come Roberto Menia, Mario Landolfi, Pasquale Viespoli, Matteo Zanellato, Salvatore Tatarella, Domenico Nania e Francesco Biava.

Principale obiettivo del seminario trovare una soluzione, finalmente valida, al vuoto politico creato dallo scioglimento di Alleanza Nazionale. I sottoscrittori dell’appello, tra cui il trentino Raimondo Frau, hanno rimarcato in primis l’erroneo appellativo di “sdoganatore” di Alleanza Nazionale che la “vulgata giornalistica” continua ad usare per definire la posizione di Silvio Berlusconi in questo frangente politico. In realtà è stato proprio il Cavaliere a usare l’immagine di serietà e di onestà degli eredi del MSI per i suoi fini elettorali, e non solo.

Tra gli interventi ricordiamo quello di Roberto Menia, che ha precisato come la Destra sia preesistente alla Seconda Repubblica e come si debba recuperare quella visione di politica, per come dovrebbe essere, soprattutto nei confronti della gente, della patria e della tradizione. “Nello scenario politico odierno sono presenti personalità dalla dubbia caratura ideologia – sottolinea Menia – Tra queste Matteo Salvini, che una volta era capo dei comunisti al Parlamento”.

Raimondo Frau, Marco Vannucci, Carmelo Briguglio e Isabella Rauti
Raimondo Frau, Marco Vannucci, Carmelo Briguglio e Isabella Rauti

Il leader del Carroccio è infatti visto come il taumaturgo della politica di Destra in Italia. A  conferma di ciò si è espresso anche l’esponente nazionale di Prima l’Italia presente all’incontro per il Nord Italia, Raimondo Frau, che ha affermato: “A settentrione l’elettorato di Destra, che corrisponde a circa il 20% dei cittadini, è rimasto orfano di un partito che rappresenta l’idea della nazione, della comunità sociale e della sana politica. Sono persone che oggi votano altre formazioni politiche che si basano solamente sull’uso esasperato di slogan privi di alcun contenuto al loro interno”. Un chiaro riferimento al fatto che la Destra dovrà ritrovare forza anche e soprattutto nel Nord Italia.

Francesco Biava ha affermato che “c’è una sola Italia e ci dovrebbe essere una sola Destra”, una chiara sfida nei confronti dei vertici della Lega Nord che amano usare il termine di “Italia” per ottenere consensi anche nel Centro-Sud. Domenico Nania si è soffermato, mediante una fredda analisi, sulla situazione politica della Destra in Italia. L’Onorevole ha affermato che vi sono varie sfide da affrontare come quella della democrazia, ricordando infatti che solamente il 50% delle persone va oggi a votare e vi è il pressante populismo di Grillo. Quei voti, a suo avviso, potevano certamente essere di Alleanza Nazionale e la conferma sta nel fatto che sino al 1994 in molti votavano il MSI per protesta. Nania dubita che Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale possa essere un partito come quello che lui immagina, un qualcosa in cui ci sia il leader facinoroso che guarda con attenzione al territorio. A suo avviso “a Roma si può bluffare, sul territorio no”.

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Mario Landolfi e Gianni Alemanno

Il vero e silente protagonista della giornata è stato però Gianni Alemanno. Organizzatore dell’evento che ha visto varie anime della Destra diffusa, l’ex-Ministro dell’Agricoltura ha concluso l’incontro affermando che è necessario sconfiggere due nemici, che sono il benaltrismo e la fretta. Ritiene infatti che sia necessario procedere senza pensare tanto alla quantità di strumenti a disposizione; al contempo avverte che il tutto si deve muovere nei giusti tempi e nei giusti modi. Resta però un’incognita: l’atteggiamento nei confronti di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale. Alemanno ha affermato che “ci sono molte persone fuori da FdI-AN che attendono di entrare in un contenitore di Destra diffusa. Noi dobbiamo lanciare un messaggio pervasivo che vada incontro a tutti“. Ha ricordato anche che non si deve parlare di uno scontro generazionale, “la guerra generazionale è sessantottina, non ci può essere politica se non c’è solidarietà politica generazionale. I vari segretari sono sempre stati giovani senza alcuna lotta”. Ha citato quindi esempi quali Giorgio Almirante e Gianfranco Fini. Particolare attenzione anche nei confronti dell’Alto Adige, ritenuto da Alemanno un esempio per creare una Destra diffusa. Si è congratulato con Alessandro Urzì, ultimo Presidente di Alleanza Nazionale in Alto Adige, che ha ottenuto il  42% al ballottaggio a Bolzano.

Alemanno ha concluso il suo intervento affermando che non ha intenzione di ricoprire cariche politiche sino a quando non verrà ritenuto estraneo dai recenti scandali che hanno coinvolto la città di Roma. Il suo ruolo, ha ricordato, è, dal dicembre del 2014, quello di un semplice militante che vuole rivedere la Destra unita.

Michele Soliani