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Disoccupazione ai minimi storici, ma rimane fermo il dato occupazionale. Trento in controtendenza

Disoccupazione ai minimi storici in Italia nel 2018 secondo i dati ISTAT, riferiti al mondo del lavoro segnalando una percentuale di disoccupati mai così bassa dal 2011, che si aggiunge ad altri dati economicamente positivi come la ripresa delle attività industriali nei mesi scorsi.

Vengono segnalati però due punti cruciali: il primo è l’aumento dei contratti a dipendenza a tempo indeterminato, con un corrispettivo calo dei lavoratori autonomi; il secondo è la diminuzione degli occupati “Over50“, un fenomeno che non accadeva da tempo e che ha contribuito a far raggiungere la soglia del 9,7% di cittadini senza occupazione.

Certo, il dato è positivo se confrontato con quelli del recente passato, ma risulta anche sconsolate se paragonato al livello prima della crisi (nel 2007 si attestava al 5,8%) o alla condizione dell’Unione Europea, con un dato generale attualmente al 7,5%.

Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, il tasso scende al 28,1% ma va ricordato che in epoca pre-crisi si attestava di poco sotto al 20%. Il dato evidenzia anche un ulteriore problema, ovvero l’aumento degli inattivi in questa fase, ovvero quelli che non hanno un lavoro e non lo cercano. L’aumento degli occupati in questa fascia potrebbe essere dovuto anche alla stagione estiva con i conseguenti cosiddetti “lavori stagionali”.

Va invece positivamente segnalato il nuovo tasso occupazionale che segna un massimo storico: il 59,2% degli italiani ha attualmente un lavoro, frutto dei 35 mila lavoratori andati in pensione in questo periodo che hanno dunque contribuito ad erodere il computo totale della forza lavoro. Non è impensabile che a contribuire a questo dato ci sia stato il provvedimento pensionistico del Quota 100, visto anche che i giovanissimi con un occupazione sono aumentati di 10.000 unità mentre gli over50 che hanno smesso di lavorare sono stati 18.000 questo mese.

Reazioni positive a questi dati sono giunte dalle due forze di governo, con la Lega intenta a difendere il Quota 100 e il Movimento 5 Stelle che si ritiene soddisfatto dell’operato del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Critici i sindacati: la Cgil chiede un ulteriore milione di posti di lavoro, mentre la Cisl sottolinea un calo nel monte orario lavorativo di 550 milioni di ore rispetto al dato pre-crisi del 2007.

E in Trentino-Alto Adige?

La Provincia autonoma di Trento, in controtendenza rispetto alle altre regioni italiane, si mantiene però al terzo posto come livello occupazionale. Sono 29 infatti i punti percentuali di differenza tra il tasso di occupazione di Bolzano e quello della Sicilia nel 2018. Al primo posto resta ben salda la Provincia autonoma di Bolzano, dove anche il tasso di disoccupazione è ai minimi nazionali.