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Società

I robot potranno accusarti di violenza sessuale

Ricercatori universitari di tutto il mondo stanno lavorando insieme per progettare robot sessuali “etici”, che devono acconsentire prima di far iniziare un rapporto sessuale. Si stanno quindi proponendo dei “moduli di consenso” aggiunti ai robot sessuali con cui gli umani si impegnerebbero prima delle relazioni sessuali.

Anco Peeters dell’Università australiana di Wollongong e Pim Haselager, professore associato presso la Radboud University dei Paesi Bassi, hanno recentemente pubblicato un articolo di ricerca che ha sostenuto il caso di robot sessuali “etici”.

Nell’articolo, che è stato messo in evidenza questa settimana da The College, Fix, Haselager e Peeters propongono che i robot sessuali dovrebbero acconsentire prima del rapporto con i loro proprietari. I ricercatori sostengono che un “modulo di consenso” coltiverebbe compassione nei loro proprietari.

“Proponiamo che l’etica della virtù possa essere utilizzata per affrontare questioni etiche centrali nelle discussioni sui robot sessuali. In particolare, sosteniamo che l’etica della virtù è ben equipaggiata per concentrarsi sulle implicazioni dei robot sessuali per il carattere morale umano. La nostra valutazione si sviluppa in quattro fasi. Innanzitutto, presentiamo l’etica della virtù come un quadro adatto per la valutazione delle relazioni uomo-robot. In secondo luogo, mostriamo i vantaggi del nostro racconto etico sulla virtù dei robot sessuali confrontandolo con gli attuali approcci strumentali, mostrando come il primo cattura meglio l’interazione reciproca tra robot e i loro utenti. Terzo, esaminiamo come un’analisi etica della virtù delle relazioni intime uomo-robot potrebbe ispirare la progettazione di robot che supportano la coltivazione delle virtù. Suggeriamo che un robot sessuale dotato di un modulo di consenso potrebbe supportare la coltivazione della compassione quando utilizzato in scenari terapeutici supervisionati. In quarto luogo, discutiamo delle implicazioni etiche della nostra analisi per l’autonomia e la responsabilità dell’utente”.