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Società

Mauro Corona sfascia il buonismo radical chic

Mauro Corona, da non confondere con Fabrizio Corona, insegue con un’ascia dei teppisti che gli avevano sfasciato la vetrata di casa. E subito l’imbarazzo della sinistra è grande. Perché Corona, con le sue comparsate in trasmissioni televisive politicamente corrette, era diventato una icona per la gauche caviar che trova tanto pittoreschi i personaggi come il montanaro che scrive libri. Poi, in realtà, qualcuno sostiene che Corona (un furbacchione) sia pronto per una candidatura con la Lega, ma questo sarebbe solo lo sberleffo finale ad una sinistra ottusa, arrogante, spocchiosa che vive nei salotti e per i salotti. Il problema vero, per le anime belle dei renitenti alla vanga, è che la vicenda di Corona ha solo evidenziato una rabbia che è ormai generale nei confronti dell’incapacità dello Stato di tutelare i cittadini italiani. Non solo a casa di Corona.
A Mombaruzzo, in Piemonte, una anziana disabile è stata violentata da una grande risorsa. E il magistrato politicamente corretto ha subito mandato a casa lo stupratore. Arresti domiciliari a poche decine di metri dalla vittima. Poi, però, i renitenti alla vanga intervengo per spiegare che la difesa spetta solo allo stato e non al cittadino, che non ci si può fare giustizia da soli perché ci sono i magistrati. Appunto. Bisogna spiegare alle vittime quale giustizia sia quella che sa solo rimettere in libertà gli aggressori, quale difesa sia quella che non interviene mai quando se ne ha bisogno.
Non sappiamo cosa farcene di uno Stato che si impegna solo per multare le auto in divieto di sosta e per dar la caccia a chi ha compilato un modulo in modo sbagliato. E allora ben venga la rabbia di Corona, la sua voglia di autodifesa e di farsi giustizia da solo. In attesa che lo stato provveda ad utilizzare le forze dell’ordine per tutelare i cittadini e non solo se stesso ed i propri rappresentanti. In attesa che vengano cacciati i magistrati che non applicano la giustizia in nome del popolo italiano ma solo in nome di principi astratti di buonismo politicamente corretto.
Augusto Grandi