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Molestie all'Adunata di Trento. L'ANA afferma: "Non erano Alpini"

Quando una festa degenera a causa degli imbucati, non è mai piacevole. Il presidente del Comitato Organizzatore Adunata Renato Genovese ha dovuto condannare stamane con un comunicato stampa “ogni atteggiamento che possa aver dato adito a situazioni spiacevolinei confronti delle donne durante l’Adunata nazionale degli Alpini 2018 a Trento, ed esprimere “piena solidarietà verso chiunque si sia sentita molestata o a disagio”.
Tanti gli episodi segnalati dalle donne: avances spinte, urla, strattoni, vere e proprie molestie. L’Ana – l’Associazione Nazionale Alpini – ovviamente “si dissocia totalmente da simili comportamenti, assolutamente estranei ai valori di rispetto, concordia e solidarietà che ogni giorno gli alpini evidenziano nel servizio alle loro comunità e a chiunque si rivolga a loro”, come si legge nel comunicato. Ed è davvero triste che l’Associazione, che sin dalla nascita nel 1919 “ha sempre visto le donne al fianco degli alpini, stimate e rispettate, preziose collaboratrici dei loro impegni e dei loro successi, senza che mai gli alpini abbiano dato adito a comportamenti meritevoli di riprovazione”, debba precisare una simile condanna.
Infatti, facendo mente locale, coloro che hanno disturbato ed offeso le donne non erano Alpini, ma semplici “imbucati” – buontemponi che si sono intrufolati nell’Adunata per approfittare dell’abbondanza di birra e musica. Non si può e non si deve attribuire certi comportamenti deplorevoli ad eroi in tempo di guerra e di pace, che in caso di necessità accorrono prima di qualsiasi altra forza militare e paramilitare.
“Uno stile e una considerazione per il mondo femminile, che oggi vogliamo ribadire come conquista culturale appartenente al Dna alpino, sul quale non è possibile alcuno sconto, né soprassedere per alcuna ragione”, conclude Genovese nel comunicato. Infatti gli Alpini sono stati semmai coloro che hanno rivolto dolci complimenti alle signore, omaggiandole di un sorriso o di un inchino, senza mai cadere di stile.
È perciò scorretto, oltre che fuori luogo, attribuire agli Alpini certi atteggiamenti maleducati. Basti pensare che quelli veri sono coloro che hanno lasciato la città pulita come l’hanno trovata, salvo qualche eccezione subito sistemata nei giorni successivi. Sono anche coloro che hanno ricevuto un’educazione militare, volta al rispetto della donna in ogni contesto; e tra gli Alpini stessi sono presenti molte donne, che hanno sfilato con loro in questi giorni.
È perciò compito delle donne non ridurre tutta l’erba ad un fascio, e denunciare le molestie subite, sottolineando al contempo come non siano stati gli Alpini a disturbarle, bensì animali insidiati tra loro per importunare e divertirsi in modo scorretto.