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DA OSTIGLIA A TRENTO, LA STORIA DEI DUE COMITATI PER LE CICLABILI

In questi anni la promozione della bicicletta, in ritardo rispetto all’Europa, sta diventando sempre più centrale nell’agenda delle amministrazioni italiane. Qual è lo stato delle leggi e delle politiche regionali sul tema? Quali sono i progetti in corso e quelli futuri per incoraggiare la mobilità urbana e ciclo-turistica? Una preziosa occasione per riflettere su questi argomenti è offerta dal Comitato Veneto “Valore ai 4 Fiumi- Ostiglia-Treviso” e dal “Comitato per Campotrentino”, per sollecitare la realizzazione di una pista ciclabile, prevista e progettata ma non ancora concretizzata. Due regioni in apparenza distinte, Veneto e Trentino, accomunate entrambe dall’ambizioso progetto di rivalutare il territorio e alcuni suoi siti, rendendoli eco-sostenibili e in linea con l’ambiente.
Progetti come quello dell’Ostiglia-Treviso, oltre a proporre un’alternativa all’utilizzo dei soliti mezzi di trasporto, mettono in luce le opportunità e le necessità che esprimono i territori e i centri urbani ai vari livelli amministrativi. In questo caso,  il fatto di non riutilizzare alcuni tratti distintivi del territorio, in chiave turistica oltre che ambientale è solo disorganizzazione amministrativa. Disorganizzazione che si manifesta nella rivalutazione di siti da tempo inutilizzati, come quello della tratta ferroviaria Ostiglia-Treviso, utilizzata nella grande guerra per lo spostamento di truppe e materiali.  Lo scopo, in linea con le richieste che l’UE ha indicato come prioritarie al fine dei finanziamenti agevolati, è quello di sviluppare l’utilizzo sociale, ambientale, culturale, turistico ed economico del tracciato. La valorizzazione del territorio nelle sue varie forme, promuove un’economia Green Eco sostenibile in linea con progetti similari, già intrapresi da altre regioni Italiane.
Nella regione Veneto, molte risorse sono state dedicate alla mobilità ciclistica e molte sono in fase di assegnazione con il bando in corso, quest’ultimo vedrebbe in palio una somma di ben 35 milioni di euro, proveniente dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Fsc), che ha stanziato tale somma per le piste ciclabili del territorio a partire dalla Ostiglia-Treviso.
Fautore e promotore di questo progetto è Tiziano De Togni, presidente del comitato “Valore ai 4 Fiumi”. Ex  esponente leghista ha intrapreso questo progetto quando ancora faceva politica, senza però ottenere risposte concrete. Per questo motivo, da un anno a questa parte  si è orientato a fare politica sul campo, istituendo questo comitato in linea con le richieste dei cittadini, “partendo dal basso” come lui stesso ci ha più volte dichiarato, affermando :

Il nostro progetto, vuole essere d’esempio, prefiggendosi l’obiettivo di educare partecipando all’innovazione e alla rivalutazione del territorio, quel territorio che comprende istituzioni, politica, famiglie e individui. Dobbiamo trasmettere una storia, una storia di libertà. Questo deve essere il giusto modo di far politica, agendo.

Il Veneto, con i suoi oltre 1.000 km di percorsi ciclo turistici, si colloca tra le prime regioni d’Italia per questi servizi.
Tuttavia anche il Trentino sta operando in maniera similare, agendo su diversi fronti. Proprio il “Comitato per Campotrentino” , come affermato in precedenza, starebbe valutando l’idea di realizzare una pista ciclabile che permetterebbe facilmente agli abitanti di Roncafort e Campotrentino, circa quattromila residenti, l’accesso in bicicletta alla città. Accesso non facile, che vedrebbe costretti i “volonterosi” che giornalmente persistono a usare la bicicletta, a fare i conti con un traffico intenso (nel solo pendolarismo lavorativo si arriva al dato impressionante dell’85% delle auto con un solo passeggero a bordo), e con l’attraversamento della rotonda che da accesso alla tangenziale: rischiosissimo, nonché teatro di alcuni incidenti.
La pista ciclabile in via Maccani, in linea con altri progetti, risponderebbe così anche ad una inderogabile esigenza, oltre che utilità di mobilità sostenibile alla quale il Comune di Trento sembra a nostro parere se non cieco perlomeno strabico. Proprio la zona di Campotrentino è paradigma del disastro ambientale e urbanistico che caratterizza Trento Nord. Disastro che come sempre accade, rischia di passare inosservato, nella totale indifferenza delle istituzioni. Quelle istituzioni che, a partire dal Comune Trentino, vedrebbero di anno in anno rinviare il finanziamento per questo progetto, previsto e progettato ma non ancora concretizzato. La pista ciclabile, oltre che un bene utile per l’intera città, potrebbe essere un primo segno di attenzione e di rispetto.
Attenzione e rispetto che in altre parti d’Italia sono già divenute realtà concrete, nonostante i recenti fatti riguardanti il dissesto idro-geologico dell’intero territorio nazionale, mettono in allerta sulla salvaguardia dell’ambiente che tutti ci accomuna. Salvaguardia che non è solo di tipo ambientalistico, ma come affermato in precedenza, culturale. Progetti come quello del Comitato “Valore ai 4 Fiumi” per la tratta Ostiglia-Treviso, devono essere d’esempio per una rivalutazione completa del territorio. Una rivalutazione che, partendo dal basso, sappia coinvolgere tutti i tasselli di un meccanismo complesso, quello del rapporto uomo-ambiente che sempre più fatica a trovare una congiuntura. Un vero punto d’incontro.
Giuseppe Papalia
 
 

Riguardo l'autore

giuseppepapalia

Classe 1993. Giornalista pubblicista, consulente di comunicazione per i deputati al Parlamento europeo, corrispondente da Bruxelles. Una laurea in scienze della comunicazione e una magistrale in giornalismo con indirizzo “relazioni pubbliche” all'Università degli studi di Verona. Ha collaborato con alcuni giornali locali, riviste di settore e per alcune emittenti televisive dalle istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo. Con TotalEU Production dal 2019, ho collaborato in qualità di social media manager e consulente di comunicazione politica.

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