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SIAMO TUTTI SALVATORE GIRONE?

Il detto dice che solitamente “non c’è due senza tre”, ma quando si parla del caso Marò sembra non esserci nemmeno il due. Errori di calcolo per i nostri fantomatici Politici? E no, non si tratta di fare retorica, se ne è fatta fin troppa in questi giorni, parlando spesso a vanvera e a sproposito. In molti si staranno chiedendo se forse si faceva di più quando se ne parlava meno, di sicuro vi erano più fatti, quelli che oggi sembrano mancare da ogni parte, a partire dalle quelle istituzioni, da quel governo Renzi che, proprio qualche mese fa, aveva proclamato che, tra le prime cose, si sarebbe compiuto un “duro lavoro” per riportare in Italia i nostri due Marò, ormai in India da più di due anni, con l’accusa di avere ucciso due pescatori del Kerala scambiati per pirati. Tuttavia, nonostante i fatti spesso rappresentino la migliore spiegazione, le uniche spiegazioni fornite in questi anni, sono state quelle date da inutili parole.

E’ servita una Ischemia, per riportare Massimiliano Latorre in Italia. Un risultato stupendo per le speranze italiane, sembrerebbero dichiarare gli stessi rappresentati di quelle istituzioni che finora ben poco di concreto hanno fatto, se non parlare a vanvera. Ma di quale speranza stiamo parlando? Forse quella di riaprire un rapporto diplomatico amichevole con Nuova Delhi grazie a questa loro “gentile” concessione? Perché in molti sarebbero curiosi di capire come stanno i rapporti tra Italia e India, dopo  che lo stesso Renzi ieri, aveva dichiarato su Twitter di essere soddisfatto per i risultati raggiunti con l’India, per il rientro di Massimiliano, elogiando la giustizia indiana, assieme al Premier Modi.

Di seguito il tweet di Renzi:

Renzi e la situazione Marò
Renzi e la situazione Marò

Sembra essere chiaro, quanto questo commento “a caldo”, del Premier Matteo Renzi, abbia scatenato immediate polemiche da parte dei diversi esponenti di altri partiti. In questo caso, a scagliarsi per prima contro Matteo Renzi, è stata proprio Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che vedendo il tweet di Renzi non è voluta stare al gioco e ha commentato duramente.

Il militare italiano che era stato colpito a fine agosto da una leggera ischemia e che lo aveva costretto ad un ricovero forzato di una settimana in ospedale è così potuto rientrare in Italia, ma che ne è del collega di Massimiliano? Perché se è vero che per lui “si sono ottenuti grandiosi risultati per questa concessione”, lo stesso non si può certo dire per Girone, che invece resta in India con le valige ed un biglietto di sola andata, senza alcuna speranza di ritorno per il momento. Un biglietto di ritorno invece è già pronto per Massimiliano Latorre che, nemmeno il tempo di godersi le cure di cui necessita, già si vedrà costretto a preparare le valige di ritorno per l’India. Quell’India che assieme ai suoi giudici (tanto lodati da Matteo Renzi), hanno posto come condizione una garanzia scritta di rientro al termine dei 4 mesi. Giusto per essere sicuri di avere in mano la situazione, non solo formalmente parlando insomma.

Latorre, a gennaio, verrà rispedito in India e Dio solo sa quando avrà fine  l’incredibile vicenda sua e del collega Girone, quest’ultimo lasciato in una situazione di totale abbandono e solitudine, in quella memoria che troppo spesso recrimina i sacrifici compiuti, in nome di un Paese. Quello stesso Paese che di loro sembra essersi dimenticato da tempo, giustificandosi a parole.

Alle parole invece, continua a riporre fiducia Salvatore Girone, che già tempo fa aveva dichiarato in un suo sfogo, il totale rispetto per la parola data e la completa fiducia nella giustizia, e che ora sembra far quasi da cavia, mantenendo la parola data da Italiani. Ma solo in parte a quanto pare, perché i propri camerati non andrebbero mai abbandonati. Sarebbe curioso chiedersi cosa succederebbe a quest’ultimo se Latorre fosse trattenuto in Italia. Quale sorte spetterebbe a Girone?

E poco importa se i nostri soldati compievano il loro lavoro per la salvaguardia di un paese che si basa solo su “slogan” e su pseudo promesse elettorali, o se fossero in acque internazionali;  in un periodo diplomatico cosi controverso ed acceso, ogni cosa è buona per fare pubblicità e Renzi questo lo sa bene. Ma siamo sicuri che l’Italia ci stia facendo una bella figura agli occhi dell’opinione pubblica? Sicuramente il Premier Renzi in questi mesi sembra aver perso punti in fatto di popolarità: che sia l’emblema di un paese che non è in grado di avere una dignità?

Proprio così, perché ancora una volta, questa situazione rispecchia le sorti di un intero paese e della sua Politica, delle sue Istituzioni e dei suoi rappresentanti. Un paese in balia di sé stesso, senza linee guida da seguire, abbandonato come il marò Girone ad un destino buio e poco rassicurante, sotto ogni punto di vista. In una totale solitudine.

Giuseppe Papalia.

Riguardo l'autore

giuseppepapalia

Classe 1993. Giornalista pubblicista, consulente di comunicazione per i deputati al Parlamento europeo, corrispondente da Bruxelles. Una laurea in scienze della comunicazione e una magistrale in giornalismo con indirizzo “relazioni pubbliche” all'Università degli studi di Verona. Ha collaborato con alcuni giornali locali, riviste di settore e per alcune emittenti televisive dalle istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo. Con TotalEU Production dal 2019, ho collaborato in qualità di social media manager e consulente di comunicazione politica.

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