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Shock Isis! Minacce di morte a Messi

Tunnel senza fine per Messi
Ad un giorno dal suo compleanno, il talento di Rosario, sembra essere incappato in un tunnel senza via di uscita. Dopo aver sbagliato il rigore contro l’Islanda nella gara inaugurale, dopo aver perso 3-0 contro la Croazia, pregiudicando la qualificazione agli ottavi dei Mondiali Fifa, adesso si aggiungo anche le minacce di morte da parte dell’Isis per il capitano dell’Argentina, sicuramente un problema in più per lui, visto il delicatissimo momento che sta vivendo in questa campagna di Russia, con l’Albìceleste ad un passo dal tracollo e gli screzi tra spogliatoio e Sampaoli
Non solo lui
Le minacce dell’Isis però non si sono fermate solo alla stella del Barcellona, hanno coinvolto anche il suo rivale di sempre, Ronaldo, fresco vincitore della Champions e protagonista indiscusso di questo Mondiale con 4 reti in due gare, minacce dunque che potrebbero anche influire sulle prestazioni in campo dell’asso Portoghese. L’Isis ha comunicato che i due top player non saranno gli unici che saranno minacciati, ma che sono previste minacce anche verso altri campioni del nostro calcio coinvolti in questo Mondiale.
Il paradosso con il mondo islamico
Non bisogna però confondere le minacce Isis con ciò che è il calcio per gli islamici, l’isis vede nei giocatori dei campionati europei una sorta di male assoluto del mondo. Tutt’altro pensiero invece hanno la maggioranza degli islamici, basti pensare a Mansur ed Al-Khelaïfi proprietari di Manchester City e P.S.G, o all’Egiziano Momo Salah autore di una stagione da 49 gol con il Liverpool, che alle elezioni presidenziali egiziane senza essere candidato ha preso oltre 1 milione di voti. La lista di giocatori islamici idolatrata dai propri tifosi e veri e propri simboli di una nazione, è sconfinata. Zinédine Zidane, Francese di chiare origini Algerine, ai mondiali di Francia 1998 vinti dai Francesi con una sua doppietta in finale, fu vero e proprio esponente di una classe sociale, fino ad allora esclusa da ogni forma politica e sportiva, Zidane fu il principe mezzo sangue che fece capire che anche in uno stato chiuso come la Franca di allora c’era una forte comunità islamica sulla quale bisogna puntare.
Attenzione dunque a credere che il mondo islamico odi questo sport, anzi, spesso e volentieri lo amano molto più di certe nostre classi sociali, così borghesi ed elitarie che si limitano a dire : “sono 22 persone che corrono dietro ad un pallone”.

Daniele Adorno