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Ma le spedizioni di GearBest sono ancora affidabili?

Se siete tra coloro che stanno ancora aspettando un pacco acquistato su GearBest, ci sono alte probabilità che dobbiate attendere più del previsto. A dirlo, consultando le pagine social del noto portale di acquisti cinese, sarebbero le numerose denunce pubblicate dai consumatori circa la scarsa puntualità dell’azienda nell’effettuare le consegne ai clienti.
E proprio la “cattiva luce”, instauratasi dalle lamentele dei consumatori sui ritardi, ha fatto sorgere la spontanea domanda: “ma le spedizioni di GearBest sono ancora affidabili?”. 

Questa, infatti, sembrerebbe essere la domanda più ricorrente tra i consumatori online che decidono di affidarsi al sito cinese; troppo spesso vittime di problemi causati dalla dogana, dalla mancata attuazione della spedizione di Italy Express(modalità non presente su tutti i prodotti, ma solo su un numero limitato e che comunque non concederebbe garanzie sul fronte delle tempistiche) e dai corrieri BRT e SDA. Un problema, quest’ultimo, che riguarda la maggior parte degli store asiatici, i quali non spediscono direttamente in Italia ma passano prima da paesi come Inghilterra e Olanda, in modo che possano essere controllati dalla dogana.

Ma proprio la questione delle tempistiche diviene essenziale nella scelta, da parte degli utenti, della modalità di consegna: la selezione del metodo di spedizione dedicato all’Italia è apparsa a volte non del tutto certa e in diversi casi i tempi, che normalmente variano dai 7 ai 15 giorni, si allungano fino a 8-18 giorni con la conseguente incertezza, da parte dei consumatori, del non sapere se dovranno pagare anche la dogana (quest’ultima, così come riportato dallo stesso sito, spesso applicata ai prodotti con un valore superiore ai 22 euro). Numerose poi le lamentele emerse anche tra coloro che avrebbero deciso di utilizzare la Priority Line, dove con pochi euro in più veniva garantito una consegna più rapida del pacco.

Stando comunque a quanto affermato da GearBest Italia, “già lo scorso settembre si erano registrate problematiche imputabili all’intensificarsi dei controlli alle dogane”. Una giustificazione che però non aveva soddisfatto i numerosi clienti delusi, tanto da spingerli a inviare diversi reclami al colosso dell’e-commerce cinese.

L’azienda, dal canto suo, aveva risposto che questo “non dipende dallo store, quanto dalla comunità europea e dalle normative in vigore circa la regolamentazione delle merci”. Un vero e proprio intralcio con il quale però molti altri titani dell’e-commerce hanno imparato a convivere negli anni.
In un periodo storico come quello attuale, dove la maggior parte dei consumatori acquista sempre di più online, colossi come Amazon ed eBay hanno dato in questi ultimi tempi maggiore attenzione ai propri clienti.

D’altronde il mercato dell’e-commerce, secondo quanto emerge dall’Osservatorio e-Commerce B2C promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, continua a crescere anche in Italia, raggiungendo un valore di 23,6 miliardi di euro nel 2017 (+17% rispetto al 2016): “nel 2017 sono stati 22 milioni gli italiani che hanno effettuato almeno un acquisto online nell’anno (+10% rispetto al 2016); gli acquirenti abituali che effettuano almeno un acquisto al mese sono 16,2 milioni e generano il 93% della domanda totale e-Commerce spendendo online in un anno, mediamente, 1.357 euro ciascuno”.

Per questo motivo le principali piattaforme di eCommerce hanno implementato sistemi di gestione dei feedback sempre più accurati, nell’intento di soddisfare le esigenze dei clienti e venir loro incontro in caso di determinate problematiche. Non sempre però questo basta: quando i tempi indicati dalle piattaforme vengono disattesi anche la fiducia degli acquirenti cala, con il rischio di trasformare casi isolati (magari in periodi molto intensi e/o di festività asiatiche) in vere e proprie impressioni negative.

Forse, a quel punto, concedere il rimborso diviene un gesto quantomeno apprezzabile. Utile, soprattutto, a dimostrare quell’attaccamento ai clienti oggi più che mai essenziale per sopravvivere alla concorrenza che non lascia certo margini d’errore.

di Giuseppe Papalia
 
 

Riguardo l'autore

giuseppepapalia

Classe 1993. Giornalista pubblicista, consulente di comunicazione per i deputati al Parlamento europeo, corrispondente da Bruxelles. Una laurea in scienze della comunicazione e una magistrale in giornalismo con indirizzo “relazioni pubbliche” all'Università degli studi di Verona. Ha collaborato con alcuni giornali locali, riviste di settore e per alcune emittenti televisive dalle istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo. Con TotalEU Production dal 2019, ho collaborato in qualità di social media manager e consulente di comunicazione politica.