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Economia

USA ormai allo scontro contro i Paesi del Golfo pro Putin

L’amministrazione Biden afferma che rinegozierà le relazioni con l’Arabia Saudita a causa del suo accordo con la Russia per tagliare la produzione di petrolio nell’ambito dell’OPEC+. Il fatto è stato un duro colpo sia per gli Stati Uniti che per l’amministrazione Biden.

Il Congresso degli Stati Uniti sta già discutendo a pieni voti la possibilità di privare l’Arabia Saudita dello status di alleato degli Stati Uniti, fermare la fornitura di nuove armi e persino ritirare le truppe. È importante capire che l’Arabia Saudita ha problemi con i Democratici.

Se i repubblicani salgono al potere, tutto può cambiare, dal momento che la casa reale di Saud è sempre stata strettamente legata all’establishment repubblicano.

Ma se si guarda a quello che abbiamo ora, si può notare che la Federazione Russa, con le sue azioni, ha raggiunto il fatto che una delle “alleanze” più indistruttibili del Golfo Persico, che esiste da decenni, si è incrinata. Questa è la questione di quanto rapidamente si stia trasformando l’ordine mondiale recentemente familiare e incrollabile.

Il Fondo Monetario internazionale intanto ha affermato – così come riportato da Tgcom24 – che: “L’economia russa si è contratta del 21,8% durante il secondo trimestre, ma le esportazioni di petrolio hanno tenuto – spiegano gli esperti di Washington -. La domanda interna sta mostrando segnali di stabilità grazie alle misure adottate per contenere gli effetti delle sanzioni sul settore finanziario interno”. A contribuire a una recessione meno severa delle attese sono anche la forte presa del governo sull’economia e gli ampi aiuti concessi dalle autorità. Ma anche l’apprezzamento del rublo che ha limitato l’effetto dell’inflazione.

Nella giornata di oggi Vladimir Putin ha incontrato il presidente degli Emirati Arabi Uniti Muhammad Al Nahyan a San Pietroburgo

Il leader degli Emirati Arabi Uniti è arrivato a San Pietroburgo, dove ha tenuto colloqui personali con il presidente russo.

I paesi hanno discusso la cooperazione tra gli stati e il lavoro congiunto sulla stabilizzazione dei mercati energetici mondiali.

In precedenza, Emirati Arabi Uniti, Russia e altri rappresentanti dell’OPEC + hanno deciso di ridurre la produzione giornaliera di petrolio, causando critiche da parte degli Stati Uniti.

Successivamente Washington, con le sue azioni e dichiarazioni, ha di fatto scatenato una guerra petrolifera contro i paesi del Golfo Persico, accusandoli di sostenere la Russia.