Il calcio? È quel meraviglioso giochino capace di farti innamorare anche per la sua imprevedibilità. Qualche volta sono tentato nel pensare che sia stato partorito dalla mente diabolica di qualche sadomaso, in un amen è capace di farti rimangiare l’imprecazione di un attimo prima o viceversa, dice che il pallone sia tondo spesso ne approfitta esagerando nell’imprevedibilità. E’ successo al mio amato Pisa, ieri.
Dopo un primo tempo abulico, stentato, dove potevi leggere nei volti dei ragazzi nerazzurri in mutande l’espressione di stare in campo come se fossero stati capitati per caso nel rettangolo verde, ecco la magia del calcio rinnovarsi nella seconda parte della gara. Avessero avuto di fronte il Real Madrid avrebbero vinto ugualmente. E tu ricacci in gola tutte le bestemmie urlate, e pensate, durante la prima parte della gara trasformandole d’incanto in esultanza fanciullesca. Chi sentenziò col calcio si torna bambini disse una grande verità.
Ed allora eccoci qui, già nell’attesa della prossima partita, tutti pronti ad arrabbiarci, ad urlare, ad imprecare, ad esultare, a disperarci finché la palla non entra dentro la porta avversaria gonfiando la rete. È l’epilogo della magia, e tu salti come morso da una tarantola cacciando tutta l’aria dai polmoni gridando: ho vinto! Perché sei tu l’autore del goal, sei tu il rifinitore, il capitano, l’allenatore, il presidente.
In quel momento sei tu il protagonista in questo Bar dello Sport pullulato di goleador, di portieri, di allenatori, di tutti noi che siamo così.
Marco Vannucci