La legge che il vicino Alto Adige ha proposto e approvato pochi giorni or sono, relativa alla possibilità di abbattere lupi che possano essere un pericolo per l’uomo, non è una legge nuova. Ovvero, lo è in questo contesto specifico, ma si inserisce nel solco di una antica indicazione che, ancor dai tempi dell’Impero Austro-Ungarico, vedeva premiati i cittadini che si prestavano a rimuovere esemplari pericolosi di predatori (lupi e orsi).
Il consiglio provinciale di Bolzano ha approvato con 25 sì, 4 no e 2 astensioni un disegno di legge che consente l’abbattimento di lupi e la protezione della specie dall’ibridazione solo nel caso in cui manchi il parere di ISPRA.
Questa legge sta facendo molto discutere, perché interpreta pienamente lo spirito di autonomia di una Regione che ha facoltà di promulgare e legiferare. Il Trentino, al momento, non ha ancora iniziato a discuterne, ma la posizione dell’attuale Governo non è molto distante da questa, ovvero se nessuno compie un primo passo, a chi spetta decidere per la sicurezza dei boschi?
Il presidente della Provincia di Bolzano ha specificato che questa legge non ha a che fare con la pubblica sicurezza, ma con la semplice gestione faunistica, come si legifera per gli esemplari di altre specie.
La gestione delle specie animali però, in questo caso, potrebbe incontrare il parere negativo della Corte costituzionale: “Il problema con la Corte costituzionale riguardava tutte le regioni, in particolare le speciali. Finora non gli era mai stato proposto di firmare un decreto di abbattimento, che però avrebbe firmato.” La legge richiama alla mente le normative vigenti in Austria.
La sensibilità rispetto ai problemi di spartizione degli spazi tra animali selvatici e persone è sempre in costante evoluzione: dai libri antichi si possono dedurre molte informazioni, principalmente vi si trovano indicazioni per allontanare le fiere e per eliminarle, non di rado qualche stampa commemorativa che vuole l’orso come preda predata e l’uomo come eroico cacciatore.
E’ però tuttavia il contrario di quanto invece si sta cercando di fare in Trentino da qualche decennio: l’idea di brandizzare l’orso e attualmente anche il lupo, fa parte di un progetto molto più ampio di recupero ambientale, in linea con le indicazioni europee.
Resta allora da compiere l’ultimo miglio, cioè lavorare sul distanziamento tra fiere e persone, come emerge anche dalle indicazioni odierne scritte nel documento elaborato da Legambiente, che spiega come il Trentino, nell’ambito della gestione di lupi e di orsi, abbia mancato taluni obiettivi. “Fino a qui tutto bene” sostiene chi ancora non sa se il problema avrà una soluzione oppure no.
Noi non lo sappiamo, poco ma sicuro: la stampa è parte di un sistema che non ha potere sulle decisioni politico – ambientali, come non hanno potere i manifestanti e talvolta nemmeno i politici locali, visto che le normative per la Protezione di Orsi e di Lupi non dipendono nemmeno del tutto dalle Regioni.
Martina Cecco
La foto di copertina ritrae un orso che non è collocato in Italia.