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Editoriali Esteri

In Francia si arrestano i fascisti piuttosto che i terroristi

Un’altra giornata di lacrime e sangue si è conclusa ieri, con l’arresto sia del marocchino armato di coltello che in un villaggio vacanze nei pressi di Avignone ha ferito una donna e le sue tre figlie (di cui una gravemente) perché “troppo svestite”, sia dell’uomo che, armato di coltello e (sembra) di un pacco bomba si era rifiutato di pagare il soggiorno in un albergo e si era dunque asserragliato dentro di esso.
Constatato che ormai la Francia ha un tasso di “incidenti” di questo tipo decisamente troppo elevato, per quella che è la media a cui noi europei siamo abituati, bisogna però mostrare con quanta solerzia la polizia stia agendo secondo l’inasprimento delle misure di sicurezza, dovute allo Stato di allerta.
Il decisivo intervento dei poliziotti infatti è avvenuto a Lione: durante una seduta del consiglio comunale, dove la giunta di Gérard Collomb (Socialista) stava discutendo se sovvenzionare con un ulteriore milione un centro islamico nel capoluogo dell’Alvernia, la polizia è riuscita a sventare un pericolosissimo attacco.
Due ragazzi del movimento identitario Rebeyne – Génération Identitaire Lyon sono stati infatti fermati dopo aver esposto uno striscione che contestava questa decisione. Domani mattina i due attivisti, di fatto arrestati da ieri sera, saranno portati di fronte al procuratore di Lione che deciderà come trattare questi due pericolosissimi terroristi che, armati di carta e penna, stavano per infliggere un doloroso colpo alla democrazia.
Il fatto in sé non dovrebbe far sorridere più di tanto: spesso manifestazioni troppo “spinte” vengono punite con pene brevi ma esemplari per evitare escalation ben più violente. Ciò che invece fa pensare è come per due ragazzi che, in fin dei conti, stavano esprimendo la loro opinione la sicurezza si sia mossa in maniera tempestiva ed immediata. Per capirsi, sarebbe bastato essere attenti e giudiziosi allo stesso modo quando Bouhlel aveva risposto ai gendarmi che doveva attraversare la Promenade des Anglais per “trasporto gelati”.
Ecco, se per “Stato di allerta” si intende lasciar passare un camion lungo una strada che ospitava, ammassate, decine di migliaia di persone e invece chiudere in gabbia due attivisti che protestano per un consiglio comunale, forse forse lo Stato di allerta non funziona. O funziona male.
Data l’incredibile serie di eventi violenti, Hollande ha già dichiarato di estendere lo stato di allerta di altri tre mesi. Si spera, per il bene della Francia e dell’Europa tutta, che a controllare e, eventualmente, intervenire siano sempre i poliziotti di Lione, che hanno fermato i pericolosissimi fogli di carta, e non quelli di Nizza o peggio ancora quelli dei dintorni di Avignone, che permettono a persone di girare liberamente con coltelli in villaggi vacanze.
A meno che in Francia non abbiano cambiato le regole della morra cinese, facendo in modo tale che la carta batta le forbici. Avrebbero potuto dircelo.