Home » Quanto sarebbe forte oggi la Jugoslavia calcistica?
Sport

Quanto sarebbe forte oggi la Jugoslavia calcistica?

La Jugoslavia calcistica ricorderà subito ai più anziani, o ai calciofili, la finale europea contro gli azzurri del 1968, vinta poi dai nostri nella ripetizione del 10 giugno per 2 a 0. Di successi, in realtà, la nazionale dei Balcani ne ha raccolti pochi nella sua seppur lunga storia. Due secondi posti agli europei e due quarti posti al mondiale, un bottino magro per una squadra che a detta di molti, negli anni, avrebbe sicuramente meritato di più. La Jugoslavia si dissolse a metà degli anni Novanta, dopo una serie di sanguinosi conflitti nati da moti indipendentisti sloveni, croati, bosniaci e macedoni. La Serbia e il Montenegro mantennero la dicitura di Repubblica Federale di Jugoslavia fino al 2003, ma quello stato non esisteva più già nel 1992, e con esso la nazionale di calcio. Proprio agli europei del ’92 la Jugoslavia, già qualificata, venne esclusa a causa dello scoppio della guerra e la subentrante Danimarca, cenerentola della competizione, vinse alla fine il torneo nello stupore generale.
Guardando oggi ai tanti talenti balcanici nei campionati europei è quindi legittimo chiedersi come sarebbe formata oggi una simile nazionale, e quanto potrebbe essere competitiva. Facendo due conti il risultato è una selezione formidabile e piena di talenti, che con un buon tecnico e il giusto bilanciamento potrebbe dominare in Europa per un buon decennio. Questo fantomatico mister riceverebbe in dote il gravoso compito di far andare d’accordo giocatori molto diversi fra loro, affrontando anche il proverbiale carattere difficile dei giocatori slavi. Al di là degli stereotipi, il calciatore balcanico ha sempre incarnato l’ideale di genio e sregolatezza, presentando spesso un talento tanto cristallino quanto minato da quel tratto di mentalità mitteleuropea esplosivo, “violento” e indomabile. Il lavoro psicologico si aggrava ulteriormente se si tiene conto delle profonde diversità culturali, sociali e religiose delle aree balcaniche, con odi e rancori davvero mai sopiti.
Andando quindi a spulciare fra nomi, ruoli e formazioni, con un po’ di pazienza è possibile tracciare una squadra tipo schierabile ad oggi da una ipotetica Jugoslavia, con tanto di riserve di lusso. Tra i pali spiccano i nomi del croato Subasic (Monaco) e degli sloveni Handanovic (Inter) e Oblak (At. Madrid), non proprio gli ultimi arrivati.
La difesa, se guardata dai singoli paesi, appare come la nota dolente della formazione. In realtà questo reparto riesce a coniugare esperienza e gioventù in un mix che, se ben gestito, sarebbe pane duro da masticare per qualsiasi attacco avversario. Convocati i croati Vrsaljko (At. Madrid) e Lovren (Liverpool), il bosniaco Kolasinac (Arsenal), i montenegrini Savic (At. Madrid) e Marusic (Lazio), i serbi Ivanocic (Zenit), Kolarov (Roma) e Nastasic (Schalke 04).
A centrocampo, però, si esprime il vero potenziale e la forza di questa nazionale, con vere e proprie stelle del calcio mondiale. Forse troppe, contando le affinità di ruoli e la mancanza di vere ali e mezz’ali, sarà quindi necessario rimediare con un paio di moduli apposito. Convocati: i croati Perisic (Inter), Rakitic (Barcellona) e Modric (Real Madrid), il bosniaco Pjanic (Juventus), lo sloveno Ilicic (Atalanta), i serbi Milinkovic-Savic (Lazio), Ljajic (Torino) e Matic (Man. Utd.). L’attacco, solido e torreggiante, mira a tenere alta la squadra e a punire di testa sfruttando cross e calci piazzati. Convocati il croato Mandzukic (Juventus), il bosniaco Dzeko (Roma), il macedone Pandev (Genoa) e il montenegrino Jovetic (Monaco).
I moduli papabili sono un 4-3-1-2 e un 4-2-3-1. Nel primo caso questa la formazione:
Handanovic; Vrsaljko, Lovren, Savic, Kolarov; Rakitic, Pjanic, Modric, Ilicic; Dzeko, Mandzukic.
Chiara la tattica, con i tre palleggiatori a centrocampo dietro un insidioso Ilicic, pronto a infilarsi nella difesa avversaria insieme alle punte. Il secondo modulo sfrutta invece le poche ali presenti, con Milinkovic-Savic ad aiutare l’unica punta Dzeko, a cui spetta il compito di sfruttare passaggi e cross dalle fasce. Formazione: Handanovic; Vrsaljko, Lovren, Savic, Kolarov; Rakitic, Modric, Ilicic, Milinkovic-Savic, Perisic; Dzeko.
Risulta evidente anche ai meno esperti che una formazione del genere potrebbe strappare quantomeno un europeo, rivaleggiando tranquillamente con le potenze del calcio attuali. La storia non si fa certo con i se, ma probabilmente qualcuno ad oggi avrebbe qualche titolo in meno se avesse incontrato sul proprio cammino una nazionale come questa.