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Gianfranco Funari: colui che fu l’anticipatore del populismo

Chi fu il primo giornalista populista? Fu Gianfranco Funari, showman e conduttore televisivo, che nacque a Roma nel 1932. Un personaggio scomodo e infatti basta pensare a quando la Rai gli chiuse nel 1987 il programma Mezzogiorno per un’intervista a Giorgio La Malfa o ai forti contrasti con la Mediaset di Berlusconi agli inizi degli anni ’90. Approdò su emittenti locali come Odeon TV e Antenna3 Lombardia e lì nacque il fenomeno Funari sopratutto durante il periodo di Mani Pulite.

Andando contro il parere di molti funzionari televisivi, lui fu il primo che portò in televisione la gente comune, esponeva i loro problemi e ne discuteva. Questo suo interessamento lo rese una celebrità. Lo faceva sentire vicino al popolo, uno di loro.  Il suo atteggiamento era  spontaneo ed indipendente.

Si comportava fuori dagli schemi ed era politicamente scorretto, ma è sensazionale come anticipasse perfettamente il tempo, in relazione a quello di oggi. Il suo modo di rivolgersi al pubblico, di parlare dei loro problemi, di mettere a nudo le ruberie e le ingiustizie della politica anticipano in maniera perfetta l’Italia di oggi. Lo stesso percorso da comico a sostenitore della giustizia, ricorda molto Beppe Grillo ed il Movimento 5 stelle.

Funari attua soprattutto una rivoluzione linguistica e di stile. Molto efficace, andava subito alla sostanza delle cose. Seguiva la linea del “parla come mangi”. Spiegava la politica con un linguaggio spontaneo, basso e popolare, a volte poco raffinato, ma senza mai cadere nella volgarità. Quello era diventato il suo modo per parlare di attualità.
Nelle sue espressioni, nei suoi gesti e nelle sue citazioni passate alla storia, univa politica e televisione senza mai risultare banale.

La sua abilità più importante consisteva nel lasciare spazio alla voce del popolo. La sua divulgazione e il suo sapere si fermavano all’ascolto ed alla riflessione. Divenne il precursore della TV generalista. Non privilegiava un settore specifico, ma trattava svariati argomenti nello stesso stile che lo contraddistingueva.
A differenza degli altri conduttori sapeva quando bisognava comportarsi da persona che non sa, per mettere il risalto un pensiero altrui.

Fu il precursore dei populisti e della TV generalista. La sua concezione di fare televisione e politica era avanti molti anni rispetto al suo tempo. Questa visione a lungo termine, nonostante l’affermata notorietà, molto spesso fu oggetto di scontri con i vertici della televisione di Stato che ne minarono la carriera.

È giusto ricordarlo con una sua celebre frase: “per essere eccezionali bisogna mascherarsi da normali, abbassarsi al gradino più basso, corteggiare senza pudore le casalinghe”.
Funari purtroppo morì proprio agli albori della nascita del M5S, ma il suo messaggio e le sue abilità sono state trasmesse a molti giornalisti dopo di lui.

Edoardo Vicomanni