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Economia

Lo strano caso dell’Italia che vorrebbe il MES e rifiuta la sovranità monetaria

Strano caso quello dell’Italia piegata dalla pandemia, con un crollo della produzione industriale e dell’economia in generale da far davvero paura, e del quale ancora non si conoscono i riverberi per i prossimi mesi e forse per i prossimi anni. Strano caso, perché l’Italia oggi avrebbe bisogno di un supporto di liquidità a fondo perduto di almeno 200 miliardi di euro, per soccorrere le imprese in crisi, per sostenere i disoccupati da covid, e dunque per tenere in piedi il tessuto economico italiano, mai come come, in quest’anno sciagurato, piegato da una crisi globale davvero straordinaria.

Eppure niente. Si pietiscono 35 miliardi del MES, che la propaganda strombazza senza condizioni, quando è ben chiaro che le condizioni se non ci sono oggi, ci saranno comunque domani. I trattati, infatti, non si cambiano con una stretta di mano né con le conferenze stampa o le letterine d’intenti. Si cambiano con altri trattati, e i regolamenti conseguenti si cambiano con altri regolamenti. Dunque, il MES è solo un modo per imbrigliare l’Italia e impedire che la crisi pandemica possa farle venire in testa l’idea di smarcarsi dall’euro. In altre parole, per vincolarla a politiche economiche eterodirette da Bruxelles (qui una eloquente dichiarazione di Kurtz). Perché – si badi – appena il debito pubblico arriverà sopra il 160% (probabile vista la crisi), le condizionalità assenti oggi, spunteranno inevitabilmente. E così pure la sorveglianza rafforzata, e dunque la troika con le sue politiche di austerità, in perfetta violazione della sovranità nazionale di cui la Costituzione è custode.

Ma l’aspetto più curioso (per non dire altro), è che a fronte della urgente necessità di liquidità immediata onde pagare la rete di protezione per le attività chiuse a causa del lockdown e le relative CIG (sussidi di disoccupazione), non si è provveduto a disporre emissioni monstre di titoli del debito pubblico, nonostante la BCE abbia lanciato il programma PEPP (Programma Acquisti per l’Emergenza Pandemia), che prevede acquisti per l’Italia per circa il 32% del debito pubblico 2020, che corrisponde più o meno a 700 miliardi di euro (qui).

Invece, nell’ultima astaquella del 20 aprile, si è provveduto all’emissione di una tranche di appena 16 miliardi di titoli del debito pubblico, a mio avviso ben sotto il fabbisogno, tenuto conto delle spese di gestione ordinaria. E precisamente 10 miliardi di BTP, e 6 miliardi di BOT, a fronte di una domanda – udite bene! – di 110 miliardi. E seppure sia vero che sono state programmate altre aste, non credo affatto che i capitali raccolti saranno sufficienti a coprire il fabbisogno contingente e urgente determinato dalla crisi pandemica.

La verità è che ci vogliono azioni di politica economica e finanziaria coraggiose e fuori dai binari tracciati dalla UE. Invece si insiste ossessivamente con strumenti altamente vincolanti e poco perfomanti, come BEI, SURE e, appunto, il MES che – secondo propaganda – ci “regalerebbe” i soldi, visto che ce li presterebbe a un tasso irrisorio. A parte il fatto che una buona parte di quei soldi sono soldi versati dall’Italia quando è stato costituito l’organismo (circa 15 miliardi). A parte questo non trascurabile dettaglio, voi compreresti, a rate, uno smartphone da 500 euro, a tasso zero, dove però il venditore si garantisce il diritto di modificare le condizioni contrattuali a sua discrezione e secondo la sua esclusiva valutazione, fino ad arrogarsi il diritto di stabilire come potete spendere il vostro intero stipendio, come potrete usare il telefono e, dulcis in fundo, caso mai non pagaste, con il diritto di prendersi la vostra auto e/o la vostra casa? Dove sarebbe, in tal caso, il vantaggio, se poi il rischio di vedersi pignorati i propri beni diventa tangibile poiché a totale discrezione del creditore?

MES e altro come panacea della crisi. Soprattutto però un netto rifiuto – direi ideologico – di prendere in considerazione la strada costituzionale del recupero integrale della sovranità monetaria. Che è la vera e unica soluzione per arginare la crisi da Covid. I. parte perché questa crisi ha dimostrato l’inesistenza della solidarietà europea, e in parte perché l’euro non è nato per creare solidarietà e condivisione fra gli Stati che vi aderiscono, ma per il suo esatto contrario: per creare competizione (al ribasso), per creare dominazione di alcuni Stati su altri, per garantire la stabilità delle rendite finanziarie, che è l’esatto opposto della tutela dell’occupazione e dei risparmi sanciti in Costituzione.

Se così non fosse, non si considererebbe solidarietà un banale prestito a interesse con pesanti condizionalità. La solidarietà è gratuita e non richiede la pretesa di restituzione di somme, soprattutto a interesse, con garanzie sproporzionate e un rapporto asimmetrico debitore/creditore talmente sbilanciato a favore del creditore, che da un punto di vista civilistico sarebbe del tutto vessatorie e illegale.

Dunque, coloro che affermano che vi è un’ideologica opposizione al MES, sono coloro che insistono con una altrettanto ideologica avversione verso la sovranità monetaria, verso l’indipendenza e la piena sovranità della repubblica rispetto a istituzioni sovranazionali che non sono legittimate democraticamente e che perseguono obiettivi che non coincidono con quelli fissati nella Costituzione italiana.

I tedeschi, dal verso opposto, lo hanno detto a chiare lettere nella recente sentenza dei loro giudici costituzionali: la BCE non persegue gli obiettivi stabiliti nei trattati, ma è andata oltre (ultra vires), sicché viene violata la Costituzione tedesca.

Sovrano è chi sovrano fa.