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Vaticano in Deficit, anche per via del Covid

Nello scenario medio il deficit si prevedeva di 97 milioni di euro, il risultato che si è invece verificato, con un deficit di 66,3 milioni di euro, è stato leggermente migliore del migliore degli scenari ipotizzati, e decisamente migliore di quanto avevamo previsto nel bilancio rivisto in marzo. La buona notizia è che, grazie agli sforzi fatti, i risultati si avvicinano molto a quelli di un anno normale. Il deficit ordinario è inferiore di 14,4 milioni di euro rispetto al 2019: 64,8 milioni di euro nel 2020, rispetto ai 79,2 milioni di euro del 2019. Questo è senza dubbio un risultato migliore. Tuttavia, il rendimento degli investimenti finanziari è stato inferiore di 51,8 milioni di euro e anche il risultato straordinario è stato inferiore di 17,8 milioni di euro.

Il contributo dell’Obolo alla missione del Santo Padre negli ultimi anni è stato: nel 2017, 52 milioni di euro; nel 2018, 74 milioni di euro; nel 2019, 66 milioni di euro e nel 2020, 50 milioni di euro. Nel 2019 l’Obolo ha finanziato 66 milioni di euro su 207 milioni di euro (32%) delle spese dei dicasteri di missione, cioè quelli non amministrativi. Nel 2020 ha finanziato 50 milioni di euro su 207 milioni di euro (24%).

La spiegazione di questa differenza con l’anno scorso è che l’aumento o la diminuzione del valore degli investimenti finanziari o le entrate o le uscite dovute alle differenze di cambio sono normalmente entrate e uscite non realizzate. In altre parole, sono considerate nei libri contabili ma non hanno bisogno di finanziamenti e non influenzano la liquidità. Si verificano nei dicasteri che hanno più investimenti, che con i loro profitti finanziano parte della missione della Santa Sede. Questi, da parte loro, hanno potuto contribuire quest’anno con più denaro alle spese dei dicasteri di missione, cioè quelli finanziati dall’Obolo, riducendo così la necessità di ricorrere all’Obolo.

L’Obolo ha raccolto 44 milioni di euro e ha contribuito con 50 milioni di euro alla missione del Santo Padre nel 2020, oltre a 12 milioni di euro in esborsi diretti a progetti specifici in vari Paesi. Ha speso 18 milioni di euro in più di quanto ha raccolto, attingendo il suo patrimonio pregresso.

Gli enti inclusi nel bilancio qui presentato sono di dimensioni molto diverse. Nove dicasteri amministrano il 95% delle entrate totali della Santa Sede e ne spendono l’80%. Le fonti di reddito sono già note: 58% (68% nel 2019) generate internamente (affitti, investimenti, visitatori e servizi resi); 23% (18% nel 2019) donazioni esterne (da diocesi o da varie altre istituzioni) e la terza fonte, 19% (14% nel 2019), proviene da entità collegate, (come IOR o Governatorato). Le entrate totali sono diminuite di 58,5 milioni di euro, il 19%, tutte su entrate generate internamente che dipendono dai visitatori e dalla situazione economica generale.

Le donazioni, sia quelle dedicate che quelle provenienti dalle diocesi del mondo, sono rimaste praticamente invariate, passando da 55,8 milioni del 2019 a 56,2 del 2020. Sembra che la pandemia e certi scandali che hanno conquistato le prime pagine dei giornali non abbiano influito in modo considerevole, oppure è ancora presto per fare un bilancio su questo?

C’è un messaggio che Papa Francesco ripete: dalla crisi provocata dalla pandemia possiamo uscire migliori o peggiori.

Fonte: Vatican News

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