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Editoriali Post-it Vannucci

Pearl Harbour, atto secondo

Un de ja vu, non altro, al netto delle parole e delle scuse stiamo assistendo ad un già visto e purtroppo, come una cappa fosca, sta calando sul destino della nostra umanità.

Provoca, eccome se provoca, soltanto gli stolti non vedono l’istigazione ad un attacco utile nel giustificare la “giusta reazione” per mezzo delle loro bombe buone, intelligenti, ed atomiche. Successe così a Pearl Harbour, sta accadendo oggi nel conflitto Russia-Ucraina. Lo zio Sam vuole la guerra, altro che balle!

La vuole per riassestare la propria economia ridotta a brandelli, la vuole per sfruttare le risorse altrui, la vuole per la loro sete di dominio sul resto del Pianeta. La vuole e la cerca usando tutti i mezzi a disposizione, informazione pilotata in primis, per alienarsi l’approvazione delle gente comune. Lo hanno sempre fatto, fin dagli albori della loro storia.

All’inizio si presero la ragione contro i nativi, giustificando l’eccidio a Wounded Knee ed il massacro di Sand Creek, poi ebbero la sfacciataggine di modificare l’approdo finale della maledetta tratta degli schiavi: Marsiglia, Gibuti, Buenos Aires. Ma le piantagioni di cotone stavano in America e non in Argentina. Ma loro sono i bravi, i buoni, ed i belli. Il loro presidente ne è l’esempio lampante. Finirà che Trump sarà ricordato come il solo presidente della bandiera a stelle ed a strisce come il primo, e l’ultimo, a non aver mai dichiarato guerra a nessuno.

Ma Trump, si sa, era il cattivo-brutto-despota e fascista, mentre loro sono i belli e pure democratici. Ed il resto del mondo, piegato a 90°, approva contento. Pecunia non olet, D’Alema docet. Toh, un ‘altro democratico pure lui. Ma guarda un po’!

Marco Vannucci