Organizzare un concerto senza rispettare le leggi che normalmente rispettano coloro che organizzano concerti è già un reato. Perché quindi il nuovo governo di centrodestra con presidente Meloni ha creato una nuova legge ad hoc per i rave party?
Non solo, improvvisamente il personale sanitario che aveva deciso di non vaccinarsi è stato “perdonato” e reintegrato al lavoro. Perdonato per cosa? Il vaccino è una terapia preventiva per aiutare il sistema immunitario ad affrontare un virus. Come tutte le terapie dovrebbe prevedere il consenso del malato. Ma qualcuno di voi ha mai visto un malato di insufficienza renale in crisi mentre vomita? E ve lo immaginate se vomita mentre sta guidando l’automobile? Potrebbe fare un incidente e investire qualcuno. Eppure per legge nessuno può obbligare un insufficiente renale a sottoporsi alla terapia della dialisi.
Invece in Italia chi non si vaccina o indossa il velo islamico sanitario è considerato un pericolo. Ma il velo e il velo islamico sanitario sono due terapie per chi è malato? No, sono un antidoto alla paura di ammalarsi, di contagiarsi con virus. Un antidoto alla paura.
Se domani per andare in bicicletta fosse obbligatorio il casco sono sicuro che molti approverebbero. Non solo, ma se il casco venisse reso obbligatorio per i pedoni sono sicuro che molti direbbero: “Finalmente!
“E se infine il governo decidesse di obbligarci tutti ad andare a combattere in Ucraina contro gli invasori Russi sono sicuro che molti sarebbero contenti. Contenti come quelli che si ubriacano con una droga legale a base di alcol. Contenti come tutti colo che sono abituati ad obbedire, credere e combattere perché il fascismo non è mai finito.
Paolo Mario Buttiglieri
PS Ringrazio il direttore, anche se non dovesse pubblicare questa riflessione.
CHE SFIDA
Buongiorno professore, le rispondo prima di tutto in veste di persona oltre che di direttrice di questo giornale, dicendole:
“Che sfida!”
No, perché la sua obiezione è una di quelle che in questo momento si stanno facendo sulle TV nazionali e rispondere a questi punti che lei elenca con una connessione ideale, dacché li mette insieme fa vedere un’Italia davvero schiacciata dal peso gravoso della schiavitù ideologica. Conto vivamente di poterla rasserenare, ma non so se sarò in grado. In effetti l’idea è di sentirsi manipolati.
Mi piacerebbe però cercare di dividere in parti il suo contributo, partendo da un presupposto analitico opposto: poniamoci di fronte a una necessaria divisione che vede le problematiche di recente andamento essere state trattate da tre governi diversi.
Dunque il RAVE: è un evento, singolo, che riguarda 3 mila giovani, che si spostano in Europa, tranne in Francia e in UK dove esistono norme ad hoc. Una mente liberale – come la mia – non pensa che tutto quello che non è permesso sia vietato, ma pensa che tutto quello che non è esplicitamente vietato sia permesso: allora in questo senso ha fatto la cosa giusta, ieri, il Governo, a produrre una normativa ad hoc per questo tipo di eventi. Nel capannone potevano esserci delle persone fuggite da una inondazione o da una pioggia incessante, sarebbe stato lo stesso? NO. E’ evidente. Allora il RAVE, dice lei e io condivido pienamente, è di per sé illegale per cui non serve fare una legge ulteriore (lo dicono anche coloro che sostengono che il femminicidio sia un omicidio e dunque non serva una legge ad hoc) ma io non sono d’accordo in nessuno dei due casi, nel senso che – se si tratta di vietare i RAVE illegali – serve una legge per far comprendere che si possono organizzare delle manifestazioni musicali, ma con i permessi, come in Francia, dove la discriminante è il pagamento della cauzione e l’allerta in Questura: può succedere di tutto, si tratta di interesse collettivo, non individuale. Il RAVE dunque, come manifestazione all’aperto, non è di categoria superiore, come i concerti con attrezzature e operai che ci lavorano stipendiati da grandi aziende, etc… ma è un insieme di privati che lavorano “a nero” perché nessun pasto è gratis. Quindi va normato dalla A alla Z.
I VAX: torna ancora la mia mente liberale che non accetta che sul corpo altrui si possano prendere decisioni, vale per tutto, per quanto mi riguarda, anche per la morte: non possiamo obbligare nessuno a vivere, ma nemmeno possiamo permettere che aumenti il rischio pandemico: credo che la decisione sia stata presa perché, dopo oltre 24 mesi dall’emergenza, chi ha deciso di vaccinarsi lo ha fatto, chi non lo ha fatto si ritroverà a lavorare, perché la fase di picco dei contagi è terminata e non ci sono motivi per tenere in stato di aspettativa o di sospensione delle persone libere.
Mi chiederei piuttosto come mai il governo precedente non ha formulato da subito questa possibilità, cioè di mantenere le persone non vaccinate in back office e di mandare tra i pazienti e le persone fragili le persone vaccinate: esistono o no diverse mansioni? Il problema nasce perché in Italia non ci sono possibilità di scelta: come esistono i ginecologi obiettori, che non praticano aborti, nonostante gli aborti si possano fare per legge, allo stesso modo, non essendoci obbligo vaccinale ma di fatto costrizione, allora dovrebbe esistere la possibilità di esercitare la professione di medico obiettore, cioè che espone e avverte la clientela di non aver vaccini, ma la clientela può scegliere. Non penso che sia un problema inserire i pochissimi medici no vax in un contesto operativo, in forma legale, era una debolezza di chi non aveva idea di come gestire un sistema a causare scelte giustamente discutibili. Io certamente sono IV dosista, ma non ho mai smesso di pensare che ognuno è padrone del proprio corpo.
Per un effetto contrasto il Governo Meloni è costretto ad andare contro alle scelte dei governi Renzi, Conte, ma ci sono anche dei dati di fatto: non siamo in emergenza e la nostra emergenza è stata gestita copiando malamente i metodi della Cina. Non sapevano letteralmente cosa fare e nonostante dal 2002 nelle scuole si studiasse la teoria sui piani emergenza, i piani emergenza non erano mai stati approntati e attuati. Ecco perché alcune strutture erano pronte, con DPI e personale formato, altre NO. Drammatico.
Il paragone con il velo islamico è una metafora che lascia pensare alla paura: fondamentalmente il volto scoperto è richiesto per tutte le mansioni pubbliche, in Italia, ma il foulard invece non è vietato, come non sono vietati berretti e berrettini. Qui lei fa un salto notevole, perché unisce dei concetti culturali, ovvero translitterati da un significante all’altro, attribuendo enorme potere al velo islamico, potere che, in Italia, non ha. Il velo ha un significato per chi è islamico ma non lo ha per noi. Credo che il motivo di tutta questa bagarre sia la colpa di noi della stampa, che amiamo imbastire polemiche: le ragazze con il velo non hanno mai rappresentato un problema fino a che la stampa non ha deciso che doveva diventare un problema. Il velo però non è mai stato vietato se non nella misura in cui è vietato avere il volto coperto.
Consentire il burqa? NO. Perché, mi dirà lei, se una persona lo sceglie? Perché non è vietato averlo, ma non consente la libertà nei movimenti, diventa pericoloso indossarlo in taluni luoghi, perché non consente di vederci alla guida, di deambulare in sicurezza, ma specialmente non consente di essere riconoscibili, che in un paese di individui e di codici fiscali è indispensabile. Non si può rendere legale perché è illegale. Quindi casomai dovrebbe essere tolto il divieto di indossare abiti coprenti il volto. Come dice lei, è già vietato, al più può essere inasprito il divieto, creando una normativa ad hoc, come per i rave. Spero che la mia logica emerga in modo chiaro senza fraintendimenti.
In conclusione dunque le dico che intanto la ringrazio per gli spunti. Sono importanti. Concordo con lei che in Italia sia calata la volontà di pensare, vanno di moda i like ed il pensiero unico, sono pericolosi entrambi. Nel merito la penso come lei, nel senso che noto la difficoltà di mantenere in uno stadio di democrazia e libertà la nazione. Ma questo da sempre, in Italia. L’Italia non è mai stata in grado di sfruttare a pieno il pensiero e le dinamiche del pensiero libero. Ma credo anche che ci siano dei vizi di forma che rendono circolari gli argomenti, nel senso che – a mio parere – Lei già da principio constata una sorta di repressione, che secondo il Governo Meloni sarebbe invece risposta urgente a problemi insoluti lasciati da pregresse situazioni.
Io sono convinta che i nostalgici di Predappio siano persone che hanno sempre avuto questa idea, non sono emerse perché abbiamo una Presidente di destra, per cui non sono né galvanizzate né sostenute dal Governo Meloni, che ha esplicitamente dichiarato di non voler fare dei nostalgici il piano governativo. L’Italia ha una forma mentis che per la maggiore non è liberale, cioè pensa che quello che non è scritto, non si possa fare. Non credo che su questo ci siano molte speranze: il fascismo fu frutto di un popolo in un preciso momento storico e le piazze erano davvero stracolme di gente, come adesso per Madonna o per i Rolling Stones. Conto insomma che le passioni dei giovani di oggi siano concentrate su molte cose, ma non sul sogno di un ritorno al Ventennio: certamente non ci sono stati governi più longevi, in Italia, rispetto al fascismo, ma solo perché è cambiato il modo di fare la politica e proprio grazie alla Costituzione e alle persone che siamo oggi, non vedo in queste scelte delle strette di stampo fascista. Vedo delle persone che vogliono sistemare problemi, cercando di farlo con metodo. Non credo che sia un errore avere un metodo.
Dopo di che ci sono scelte di stile, ad esempio quella dell’epiteto e della segnatura, che sono per di più personali e non riguardano la collettività. In qualcosa questo Governo doveva anche far emergere il lato conservatore, no? Non lo chiamerei fascismo, il fascismo puntava al rapporto uno vale uno, al TU, le donne nel fascismo facevano sport e lavoravano nelle fabbriche, ma non erano Presidenti del Consiglio. Io credo fermamente che quel periodo sia storicizzato, secolarizzato e archiviato. Ma giustamente va bene ricordarsene, perché cadere nel baratro è un attimo. Personalmente credo che fosse più pericoloso un Governo di persone non avvezze alla politica e in balia degli eventi. Non vedo in questa classe dirigente il sogno della rinuncia alla libertà per la guerra e la voglia di dittatura. Vedo persone che lavorano a un progetto e che ci credono. Speriamo che funzioni.
Grazie e buona giornata
La Direttrice Martina Cecco
PS: il casco in bicicletta? Molti lo indossano, ma sono professionisti o minorenni. Io, no. Non rientro in nessuna delle due categorie.