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Editoriali

Provinciali 2023. Un consiglio richiesto dal buonsenso: calma e gesso

Scontro tra Lega e Fratelli d’Italia e soprattutto tra chi in Lega c’è rimasto e chi invece la ha lasciata. La vicenda che vede coinvolto il centrodestra in queste ultime ore oscilla tra una resa dei conti tra partiti e una resa dei conti tra persone perché è indubbio che nel botta e risposta di queste ultime 24 ore vi è un qualcosa che va oltre a discussioni di coalizione. Lo sa bene nel profondo del suo cuore anche Urzì che ha cercato in questi giorni di tranquillizzare i toni, proponendo una soluzione politica dei tavoli di coalizione.

L’ultimo intervento dell’Onorevole Ambrosi è poi in tal senso. Pronta risposta a quel partito che non è riuscito a dare il giusto peso alla sua figura e pronta risposta da parte della ex Consigliera di Fratelli d’Italia che forse ambisce a diventare Presidente della Provincia Autonoma di Trento confermando quella magia che riesce a creare intorno a se dal 2018 a oggi.

Ci riuscirà? Può anche darsi dato che in Parlamento è riuscita senza problemi a entrare, scalzando persone con anni di militanza che hanno dovuto far un passo indietro. Di sicuro la Lega non gode di quel primato che poteva affermare a partire dal 2013, anno in cui Fugatti senza tanti problemi fece saltare l’intera coalizione di centrodestra. Già il rischio è proprio questo: un mattatoio che può creare una situazione destabilizzante per l’intera politica trentina e con il serio rischio che con la legge elettorale provinciale nel 2023 ci possiamo trovare di fronte a un totale capovolgimento dell’intero scenario politico provinciale. Fugatti – e tutti lo sanno bene – non ama i ricatti e chiederà – cosa già successa nel 2018 – la testa di chi ha tradito.

Al centrodestra trentino la palla: o andare alla resa dei conti, dimostrando di essere provinciale più nei modi che non nella territorialità, portando alla fine del primo Governo di Destra per riportare in auge quel minestrone del centrosinistra autonomista targato PD-PATT; oppure mettere a tacere una volta per tutte le discussioni e far emergere un nome veramente territoriale, autorevole, capace di unire tutti sotto un’unica bandiera che non sia quella dell’interesse personale quanto piuttosto del bene comune e della realizzazione di un modello Trentino, da far funzionare anche a Roma.

R.F.