Home » Carcere e Chico Forti nel colloquio Nordio-Fugatti
Diritto

Carcere e Chico Forti nel colloquio Nordio-Fugatti

Anche Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha accolto l’invito del Festival dell’Economia di Trento, ospite di uno dei molti panel che vedono protagonisti i rappresentanti del governo nazionale.
Poco prima dell’appuntamento, il Ministro è stato accolto dal Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, dal Commissario del Governo Filippo Santarelli e dal Questore Maurizio Improta. Fugatti si è poi intrattenuto con il Ministro per affrontare una serie di tematiche che hanno a che fare con il buon funzionamento della giustizia sul territorio regionale. Il primo riferimento è infatti al protocollo su cui si sta lavorando per sancire ulteriori profili di collaborazione con lo Stato, considerando che l’ente regionale esercita la delega riguardante la gestione degli Uffici giudiziari in Trentino-Alto Adige. Durante il colloquio è stata ribadita la massima attenzione anche sulla situazione del carcere di Trento, una struttura definita dal Ministro “moderna” ma che lo stesso dicastero riconosce sofferente per via del carico di detenuti superiore alle previsioni e contestualmente per la carenza di personale impiegato. A questo proposito il Ministro ha annunciato la prossima visita in Trentino del Direttore generale detenuti e trattamento Gianfranco De Gesu.
L’incontro si è concluso con una convinta e rinnovata attenzione al cosiddetto “caso Forti”. Il Ministro ha confermato il costante interessamento del Governo che sta continuamente dialogando con gli Stati Uniti al fine di chiudere positivamente una vicenda che si sta protraendo da ormai troppi anni. (Gp)

“Più semplice, efficiente, veloce e digitale, ma anche liberale e garantista: è questa la giustizia che vorrei per l’Italia, un Paese che ha la necessità e l’esigenza di affrontare le inefficienze del proprio sistema civile e penale. Significa risolvere la grande contraddizione di base del nostro sistema. Abbiamo un ordinamento penale che poggia sul Codice Rocco, firmato in pieno periodo fascista da Mussolini e dal re Vittorio Emanuele. Mentre il codice di procedura penale, promosso da Vassalli che fu eroe della Resistenza, dalla quale ha origine la nostra stessa Costituzione, è stato successivamente demolito da interventi legislativi e purtroppo anche della Corte costituzionale che lo hanno reso un enigma. Occorre agire anche per quanto riguarda la tutela della segretezza delle comunicazioni che è tutela delle libertà dei cittadini”. Così il ministro Carlo Nordio ha disegnato “La giustizia che vorrei”, per il governo, ma soprattutto per i cittadini e il futuro del Paese, in una sala della Regione gremita in occasione del Festival dell’Economia di Trento.

FESTIVAL DELL’ECONOMIA La giustizia che vorrei Nella foto: Carlo NORDIO Data 26 maggio 2023 Luogo: PALAZZO DELLA REGIONE [ Daniele Paternoster – Archivio Ufficio Stampa PAT]

Nordio intervistato dal direttore dell’Ansa Luigi Contu indica le direttrici per il cambiamento necessario per la giustizia italiana, da eterno malato a risorsa alleata dei cittadini, delle imprese e dello sviluppo del Paese.
“Nei miei incontri istituzionali a Roma come in altre capitali europei raccolgo il sentimento degli interlocutori stranieri, che mi dicono: gli investitori hanno difficoltà a puntare sull’Italia perché la giustizia è lenta e il diritto incerto. Se pensiamo che capisaldi nostra legislazione sono vecchi e contradditori, si riesce a capire perché l’incertezza del diritto sia per noi fisiologia piuttosto che patologica. Bisogna invece semplificare le procedure, individuare bene le competenze ed eliminare l’eccesso”, afferma il Guardasigilli. 

Il ministro al Festival: “Concorsi telematici per entrare in magistratura, vogliamo assumere di più riducendo i tempi”
Nordio: “Semplice, chiara e digitale, la giustizia che vorrei”

Una delle opportunità è il PNRR, che secondo Nordio “per la parte di competenza della giustizia ci vede molto avanti. Stiamo infatti rispettando praticamente tutte le scadenze”. Per il ministro risulta fondamentale puntare sulle nuove tecnologie: “Noi siamo per l’assoluta precedenza per digitalizzazione e attività telematica, anche riguardo ai concorsi magistratura, che intendiamo renderli più veloci con l’introduzione di prove scritte telematiche. Vogliamo assumere più magistrati e nella metà del tempo. Non è possibile che un concorso duri 5 anni, deve essere almeno la metà”.
Infine, un richiamo al liberalismo e al garantismo e all’unità per affrontare le riforme necessarie al Paese.

(sv)