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Jennifer Bettega si è spenta, ma i suoi racconti sono qui

La giovane Jennifer era stata colpita da arresto cardiaco quando era a scuola, circa 13 anni fa, ora che di anni ne ha fatti 23, il suo cuore si è fermato per la seconda volta, per sempre. Eppure, in tutti questi anni, la sua vita è stata eccezionale davvero: dopo che la malattia le aveva fermato il cervello per troppi minuti, la ripresa è stata difficile. Jennifer non ha mai ripreso, ad esempio, a camminare e a parlare, ma non per questo la sua esistenza è stata meno interessante.

In un primo momento il suo corpo è stato mantenuto in coma farmacologico, perché – nonostante il tempestivo intervento dei sanitari che l’hanno portata al Santa Chiara di Trento e successivamente il ricovero a Padova – non è stato possibile limitare il danno. Nonostante tutto remasse contro, grazie alla riabilitazione, alla fisioterapia, alla logopedia, all’assistenza continua dei famigliari e degli specialisti, Jennifer ha potuto tentare un intervento a Beirut, dove si è praticato uno speciale innesto con staminali, nella speranza che le cellule malate e morte potessero essere rimpiazzate con delle cellule cerebrali nuove.

L’intervento non ha sortito tutti gli effetti sperati. Il destino ha voluto che Jennifer potesse lentamente cominciare a comunicare con una tavoletta alfanumerica, grazie alla quale si è riusciti a farle raccontare le sue fantasie. Durante il lock down Jennifer ha composto tantissimo.

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Da questa fantasia sono stati composti infatti ben 20 racconti, che fanno parte del patrimonio culturale della letteratura per bambini del Trentino e che sono stati depositati presso Anffas del Primiero. I racconti sono già stati oggetto di diverse iniziative, tra cui una in collaborazione con la Biblioteca pubblica comunale e la Scuola primaria di Canal San Bovo e una con Prodigio, associazione trentina di volontariato.

I funerali della giovane Jennifer si sono tenuti lunedì nella chiesa di Zortea. Jennifer aveva tre fratelli: Jonathan, Sebastian e Ilary, amava i cani e i gatti, ha avuto sempre vicino la mamma Barbara e il papà Narciso, grazie alla sua famiglia ha potuto essere molto attiva nella comunità, con carica e grinta.

Foto Pro. Di. Gio.

MC